venerdì 31 ottobre 2014

Compleanno americano

Sono in classe di fashion marketing e ho appena finito il mio progetto per lunedì. Non ho niente da fare, che la scuola qui è facile, quindi Mr. Duffy mi ha detto fai quello che ti pare fino alla fine dell'ora.
In Italia ce lo sogniamo. 
Ma io intanto mi sono seduta bella comoda, tavoletta di cioccolato e cellulare, e questa facilità americana me la godo, mentre insulto la tastiera senza accenti.

20 Ottobre, 5.30 di mattina.
Nuova sveglia che suona, nuova settimana che inizia con la mia solita confusione mattutina del 'dove sono cosa faccio qui cos'è questo letto perchè tutti parlano inglese' quando ho appena aperto gli occhi dopo 8 ore di sogni in italiano e in Italia.
E' sempre strano svegliarsi dopo una notte in cui hai sognato di essere in Italia, nel solito posto, con le solite persone, e accorgersi che era tutto solamente un sogno. E un po' fa male. E corro a sciacquare la faccia in bagno.

Solita routine, ormai piacevole perchè da quando cheerleading è finito ho un sacco di tempo libero in più. Colazione, bus, scuola, bus, doccia, snack, procrastinating as much as possible, compiti, procrastinating, cena, procrastinating, letto.
Alba spettacolare sul lago davanti scuola
Qualche volta ovviamente c'è qualcosa di diverso. Martedì alla riunione del Diversity Council abbiamo festeggiato l'indigenous day guardando video storici, mangiando muffin americani giganti al cioccolato e facendo dream catchers. Il mio era orribile, ops.

Mercoledì io e la mia host mum siamo andate in campagna a comprare da un venditore locale due zucche per halloween, e già che eravamo lì ci siamo beccate anche pane di mela morbido e caldo, una mela caramellata, e 2 litri di apple cider. Non si poteva resistere.

Random news. Ho finalmente ordinato l'yearbook, anche se costa 80$ e più, ma ne vale davvero la pena ed e' un ricordo fantastico che mi posso riportare in Italia. Spero che la mia foto non sia così pessima though e che a noi senior ci facciano inserire una frase, perchè puoi scrivere quello che vuoi e molti fanno cose esilaranti.


Venerdì un minimo di valigetta e una nuova partenza: io e la mia host sister siamo andate in un campo giovani della Chiesa in Wisconsin. La loro religione è strana, si chiama  Unity, e in sostanza credono a tutto, a qualsiasi cosa che sia uno spirito, che dia energia, a Gesù, a Buddha, a Maometto, a Zeus, e a chi non si sa.

Iononvolevoandareproprioperniente, ma dovevo, anche se avrei saltato il mega pigiama party e feste di chiusura di cheerleading quel Sabato, anche se mi avrebbero tolto il cellulare per 3 giorni e avevo dei seri problemi con qualcuno in Italia con cui dovevo parlare. Sono salita sul bus, ho consegnato il telefono, ho affrontato le 6 ore di viaggio con la malinconia più grande addosso e amen.

Quando sei lontano i problemi li senti ancora più pesanti quando ci sono, perchè appunto non sei li', non puoi toccarli con mano, non hai molti mezzi per risolvere, se non una chiamata Skype o un messaggio su Whatsapp. Il contatto degli occhi, quello del corpo.. Bhe era quello che mi salvava in Italia, e ora no c'è e senza di lui molte cose si stanno sfasciando. Ci sono delle routine che si perdono, delle parole che non vengono più dette, delle passioni che svaniscono.

E quel weekend tutto ciò lo sentivo più di sempre. C'era qualcuno che mancava, e mi bruciava, e senza cellulare, senza poter provare a scrivere, faceva male ancora di più.
E quel weekend ho pianto nell'heart talk, ho abbracciato persone sconosciute, ho riso durante l'om, non mi sono voluta alzata durante la preghiera ad un Dio sconosciuto che non voglio pregare, ho guardato persone credere a tutto e pregare 1000 religioni diverse. Ma ho anche dormito abbracciata con Sarah, ho ballato vestita da orso con Timur, ho ballato un lento con un certo italo-americano chenonmipiacevapernienteperovabeh, e ho sconfitto le mie paure, e un po' la nostalgia..
E mi sono che mi è servito.

Il mio gatto è triste perchè non gli lascio fare i miei compiti di mate
Domenica prima di arrivare di nuovo a casa mi sono premiata con una bella pasta da Noodles and Company, e con un'abbondante coppa di FroYo, perchè anche se erano solo 3 giorni sono stata coraggiosa, umile, paziente. E quindi, come tante volte, sono fiera di me e di come sto crescendo.
E' stata un'esperienza diversa, che decisamente non rifarei sia chiaro, ma per lo meno ho qualcosa ancora di nuovo da riportare in Italia a Giugno.
You're never gonna know if you never even try.

Lunedì quindi sono tornata a scuola e mi sembrava di non aver avuto nessun weekend, e la stanchezza me la sono portata un po' per tutta la settimana.

Martedì sono andata a comprare il costume di halloween. Ero tutta gasata, volevo un costume che spaccava, ma poi mi sono resa conto che era inutile spendere 50$ per il costume della regina di cuori quando poi lo lascerò qui in America a giugno, quindi mi sono beccata un semplice vestito metà angelo e metà diavolo con tanto di coda, pelliccia e corna, per 4$.

And guess what? Mercoledì era il mio compleanno. Avevo paura prima di partire che sarebbe stato un momento troppo difficile per me, e che non sarei riuscita ad overcome la nostalgia, e invece non è andata così male.
Unghie per il compleanno
Certo quando mi sono svegliata e sono andata a fare colazione, il mio padre e la mia sorella ospitante si erano praticamente dimenticati che era il mio compleanno e non mi hanno neanche fatto gli auguri, ma avevo la mia vera mamma che mi sorrideva su Skype, i messaggi più belli delle persone più importanti back home appena arrivati e freschi da leggere, e mi sono resa conto di quanta meraviglia ho lasciato in Italia, e una lacrima mi è scesa davanti l'armadietto.

Il mio compleanno alla fine è andato bene, e a dire la verità non è ancora finito perchè Domenica faccio una festa a casa con tutte le mie amiche.
Anyway, tornata a casa ho passato il pomeriggio fino alle 5.30 a rispondere ai messaggi più belli, agli auguri su Facebook, e parlare con un po' di gente su Skype. Ho ripensato a tutti i bei regali che mamma mi aveva mandato nel pacco un paio di settimane prima, e mi sono sentita amata. E felice.
Mr. Duffy nell'ora di fashion marketing mi ha regalato una barretta di Hershey's e nell'ora di tedesco e di inglese tutti mi hanno fatto gli auguri. E grandi sorrisi.

Io e la mia host family siamo andati in un ristorante Italiano per cena che non era niente male. La sfoglia della mia lasagna era super soft, e il sugo non era certo buono come quello che fa mamma, e la besciamella era pochissima, ma per essere Americano l'ho promosso.

Camicia per il compleanno
Ho aperto i regali che erano bellissimi! Una camicia di lino bianca con le stelline di Tommy Hilfiger, un biglietto con delle foto e tre statement necklaces che mi fanno impazzire. Mi hanno anche portata in una pasticceria a scegliere il cupcake gigante che mi piaceva di più e ho scelto uno al cocco.
Tornati a casa abbiamo guardato tutti insieme In Time, che è il mio film preferito e credo sia stata una cosa dolcissima e davvero un bel pensiero per chiudere la serata.

Giovedì diciassettenne. Più matura o forse no. Mi sveglio stranita come sempre ma contenta di essere lì e di aver superato un momento che sarebbe potuto essere difficile e invece non lo è stato più di tanto.
Finalmente l'aria di halloween si è fatta sentire e io ed Erin abbiamo passato la serata a intagliare le nostre zucche. La mia è davvero spettacolare, nel prossimo post metterò tutte le foto raccontando anche di oggi, dato che ci sono molti programmi per il weekend.

Un bacio a voi che leggete, ai miei primi due mesi negli stati uniti, agli anniversari, alle cose che vanno via per fare spazio a cose migliori, a me che cresco, a chi mi vuole bene anche se mi conosce da poco, a tutto quello che deve ancora venire e a una persona con cui condivido l'importanza di questa frase. Perchè adesso, ancora più di prima, mi fa capire tante cose:
''E’ strano accorgersi che è proprio quando te ne vai che puoi capire quanto sei rimasto e quanto ti rimane di qualcuno. La prospettiva delle lontananze fa percepire tutto più nitidi. Ci sono assenze che sono scuse, assenze che sono pause. Ci sono mancanze che restano, presenze che stancano, tenute in vita artificialmente soltanto dall’abitudine. Al di la’ di ogni apparenza, in un mondo in cui quasi tutto si cancella in fretta per fare spazio a centomila possibili novità, qualcosa la metti a fuoco oltre ogni previsione possibile e per quanto ci provi non puoi negarla ai tuoi occhi.. più ti manca qualcuno più è ovunque presenza.''

Livia



domenica 19 ottobre 2014

Made in America

Quando alzarsi alle 5.30 fa meno male, quando fai amicizia con delle persone che ti sorridono nonostante l'unica cosa che dici è 'what did you say?!', quando ci sono Ruth e Maya che ti passano a prendere con la macchina a casa perchè 'you have to have fun', quando hai A a tutte le materie e sono gli Americani che cominciano a chiederti aiuto con i compiti, quando guardare il countdown a tre cifre non ti fa più scendere mille lacrime ma solo una, quella dell'amore delle persone che ti aspettano, allora sì che sei a casa. Allora sì che sei made in America.

Ormai è Ottobre, pieno autunno. La stagione finisce, e si porta via un po' di cose (anche se ne porta poi con altre bellissime). Quindi cheerleading is over, purtroppo, anche se avere per un po' tempo libero il pomeriggio mi fa decisamente piacere.
L'ultima esibizione c'è stata Venerdì, e ho pianto tanto quando, dopo l'ultima nota della routine, con il solito passo da soldato super coordinato siamo andate via dal campo. Sapevo che era over, ma mi faceva davvero strano. Quando ho visto Katie a singhiozzi corrermi incontro ed abbracciarmi dicendo 'my life is over', ho cercato di farle capire che quando sono partita era un po' tutto over per me, anche se poi non lo è mai perchè tutto torna, tutto rinasce e ci sono un sacco di altre cose belle davanti.
A quel punto lei con un sorriso si è calmata un po', ma quante altre ragazze sono venute da me a dire di essere glad di avermi avuta in squadra e che non mi dimenticheranno mai!(come se il lunedì dopo non ci saremmo riviste a scuola come ogni giorno, però vabbè)


Prima dell'esibizione finale c'è stata una cosa bellissima che loro chiamano senior recognition night. Tutte le cheerleader e i giocatori di football senior venivano riconosciuti e premiati semplicemente per essere tali. Abbiamo fatto una sfilata intorno al campo scortati ognuno dai propri genitori, e mentre i fotografi ti paparazzavano e il pubblico esultava, dovevi salutare la folla. Mi sono sentita la Regina Elisabetta.

Da adesso fino a inizio Novembre non ho impegni sportivi e posso ingrassare con comodo (eheh). Per la stagione invernale però sono entrata nel team di gymnastics, team competitivo che mi ha presa come aggiunta nella squadra sperando che presto possa competere anche io in qualche attrezzo. Sarà strano ricominciare: nuovo ambiente, amiche, coach, orari, esercizi. Tutto da capo, di nuovo. Ma se non fosse così la vita sarebbe noiosa, no?

Sabato io, Erin, Ruth, Sarah, Katrina, Monica, Katrina, Nika e altra gente a caso siamo andati a Valley Scare, un parco divertimenti tipo i nostri Mirabilandia e Gardaland.

Io, Erin, Sarah e Ruth 


La cosa particolare di questo parco è che dalle 19 in poi diventa un parco horror, cioè addetti si nascondono nel parco e ti spaventano, tutto diventa buio, le haunted houses aprono e c'è fumo dappertutto. Diciamo che dalle 13 alle 19 ho riso e scherzato, e dalle 19 in poi mi mancava il fiato per urlare. Ochetta, ops.

Lunedì era il Columbus day, ma a scuola neanche l'hanno citato, come d'altronde l'11 Settembre e non capisco perchè. Ho fatto Skype con mia nonna per il suo compleanno though, il che mi ha reso davvero felice. 90 anni e non sentirli <3 
Questa settimana scolastica era veramente corta, solo lunedì, martedì e mercoledì siamo andati a scuola. Per una sconosciuta festività Minnesotiana chiamata MEA, mi sono beccata un weekend da 4 giorni. E prima cosa per festeggiare ovviamente per me qual è? FroYo Mercoledì uscita da scuola con Baillie, Priyanka e Radhika! Ti spillano 3.50 o 4 dollari a volta, ma ormai la signorina ogni volta che entro mi saluta e mi riconosce, perchè non mi interessa del prezzo: è troppo buono e ne vale davvero la pena. Credo sia l'unico cibo americano che mi piaccia, quindi ne faccio il pieno.
Io, Priyanka e Froyoamoremio
Tornata a casa ho guardato Foot Loose con la mia host sister mentre ci facevamo le unghie, ed è stato davvero solo il primo di una lunga serie di film che ho guardato in questo filmoso weekend. 
Già quel giorno dopo cena, salita in camera, presa da un momento di nostalgia, ho guardato High School Musical 1. Ah bei vecchi tempi. Vedere tutte quelle cose per cui mi gasavo (quando ero una fan ad 11 anni) e rendersi conto che sono le cose della mia vita di adesso, e che sono uguali, mi ha fatta commuvoere. Dalla palestra, alla mascotte dei Wildcats; dai banchi delle classi, alle audizioni del musical è davvero tutto così. Vivo in un film.
Altre cose invece, miti da sfatare, mi hanno fatta sorridere: sono anche io una cheerleader e non è vero che sono un'oca giuliva bionda super magra e alta con la coda. No.

Giovedì (Daddu amore tanti auguri!) dovevo andare all'1 a guardare un film da Maya con Pri, ma hanno rimandato all'ultimo momento entrambe e quindi ho chiamato Ruth, mi sono fatta venire a prendere e siamo andate nel suo quartiere a fare un po' di foto autunnali.
Ruth vive in un posto stupendo, uno di quelli tipici americani dei film con le case enormi sul lago, i prati verdissimi e i viali nel bosco.

Le foto sono venute meravigliose, e sono felicissima di aver passato un po' di quality time con lei, a raccontarci del passato del presente e del futuro con un po' più di confidenza. 
(Tornata a casa altro film, Forrest Gump, che è sempre bello riguardare)

TGIF! Programmi del giorno, in cui tra l'altro mi sono svegliata con mal di testa e raffreddore, erano parecchi, ma come al solito gli Americani danno buca all'ultimo momento quindi un po' di cose sono cambiate. Anyway.. alle 10 Maya e sua sorella mi sono passate a prendere e siamo andate a casa sua a guardare The Princess Diaries, che è un film della Disney vecchio ma bello, e lo abbiamo lasciato a metà per andare a mezzogiorno a mangiare FroYo (di nuovo, scusatemi!). Il film lo finiremo prima o poi, ed è anche una buona scusa per uscire ancora insieme.
Alle 12.30 mi sono fatta riaccompagnare di fretta perchè contavo che la mia hsister mi venisse a prendere all'1 per andare a fare qualcosa con delle zucche di halloween, ma non so perchè siamo finite per andare alle 5 al mall of America io, lei, Sarah e il suo ragazzo. Lo shopping fa sempre bene tanto, ma almeno a saperlo sarei stata di più da Maya anzichè stare 4 ore sola a casa. (Ho approfittato per fare Skype con i miei)
Seconda seduta di shopping è stata oggi, io e Ruth andiamo troppo d'accordo su forever 21 a quanto pare e ci siamo chiuse lì dentro per tipo 2 ore, anche se alla fine mi sono comprata solo un cappello perchè ieri con Sarah in quel negozio avevamo già svaligiato. Vagando ho anche trovato una bella gonna d'oro da mettermi alla mia festa di compleanno, quindi credo di essere a posto per un po' con lo shopping. O almeno spero..
Domani come al solito chiesa, pulizie e bonfire a casa di amici. 
So già che Lunedì la sveglia alle 5.30 e buttarsi fuori dal letto con 4 gradi sarà durissima, dopo tutti questi giorni di comodo mio, ma si deve fare. D'altronde sentire i miei compagni di classe dall'Italia raccontarmi del nuovo professore stronzo, del compito in classe tra pochi giorni, dell'esercizio di fisica-arabo, mi da una motivazione in più per alzarmi ed andare ad ascoltare le mie lezioni decisamente più interessanti. Così, almeno per quest'anno a scuola presto più attenzione.

Questi giorni mi sento forse per la prima volta contenta al 100% di essere qui, sono fiera di me e di tutto quello che mi sto costruendo. A casa ci sono un sacco di persone ad aspettarmi, e sentirmi dire che sono fieri di me perchè alla loro età non l'avrebbero mai saputa fare una scelta del genere, mi riempie di gioia.
A volte me lo dimentico che ho 16 anni e che non è una cosa da tutti. Mi dico smettila di piangere, mi tratto male da sola, quando la lacrima per il corridoio scappa se vedo una coppia abbracciata, o quando per la centesima volta non capisco quello che John Green dice nei video di storia.
Il problema però è quando ti fanno 1000 domande e ti dicono 'potessi esserci io al posto tuo', 'immagino quanto ti stai divertendo', . C'è altro, tanto altro, oltre all'autobus giallo, all'armadietto, al friday night, all'America 'facile' che diverte. C'è tutto il resto delle difficoltà che non vedete, perchè nessuno ve lo racconta.
Fare l'anno all'estero è incredibilmente dura. E' la prova più difficile che io abbia mai dovuto affrontare, come dice Margherita.
Parlando con i ragazzi del '98 che partiranno l'anno prossimo, mi ricordo di come mi sentivo io un anno fa. Spaventata, certo, ma felicissima. Ansiosa di partire. Piena di progetti, aspettative, e speranze. Ma probabilmente sottovalutavo la grandezza dell'esperienza. Credo, effettivamente, che noi tutti l'abbiamo fatto all'inizio. 
Che poi te lo chiedono, eh, alle selezioni. ''Dovete essere sicuri di voler partire. Non è uno scherzo, ti cambia la vita, sicuri che è questo quello che volete?'' Ma mentre lo fanno ti trovi in un ufficio pieno di poster colorati e fotografie e hai appena sentito i racconti degli studenti tornati e sono tutti felici e sorridenti e tu vuoi solamente trovarti già su quell'aereo.
Eppure.
Eppure c'è l'altra faccia della medaglia.
Eppure c'è la nostalgia, che arriva, arriva anche per chi si sente riluttante solo al pensiero di dover tornare in Italia, con i trasporti che non funzionano, la scuola che cade a pezzi, la situazione politico-economica che è quella che è, e tutto il resto. Arriva perchè passati i primi momenti, inizi a notare le differenze, ma non quelle banali, no, quelle che ti lasciano senza parole. E pensi che tutti si comportino in modo sbagliato, e non puoi mica darlo a vedere, perchè qui è normale e sei tu quella che fa le cose in modo diverso. E provi ad adattarti, ma ti mancano il cappuccino con gli amici prima di entrare a scuola ed il caffè dopo pranzo, le chiacchiere a tavola con la famiglia, la sincerità delle persone e mille altre cose. 
Eppure c'è quella sensazione di non avere una casa da nessuna parte. ''I don't belong in Belgium and that's for sure, but I still don't feel like I belong here either'' mi diceva ieri una mia amica exchange. E come biasimarla? Io in Italia non ci voglio vivere. Ma qui? Un conto è un anno, ma rimanerci per sempre, se datamente l'oppurtunità.. dovrei pensarci. Due mesi fa, prima di partire, avrei accettato senza ripensamenti. E scommetto che voi dall'Italia accettereste. Vi assicuro che quando vi trovate dall'altra parte, le cose cambiano. Eppure sto imparando ad apprezzare le piccole cose sempre di più. Sia qui, sia a casa.. casa. Dicono che non capisci l'importanza di ciò che hai finchè non lo perdi. Io dico che basta trovarsi a chilometri e chilometri di distanza.

Continuerò sempre e comunque a ripetere che questa esperienza dovrebbero farla tutti. Ma non è rose e fiori - e quando qualcuno mi dice ''Non sai quanto ti invidio, vorrei essere lì al posto tuo'' vorrei poter essere in grado di spiegare che non è facile. Ma credo che finchè non ci sei dentro personalmente, sia impossibile da capire. A ognuno la propria scelta.

Livia

sabato 11 ottobre 2014

Taking chances

You don't know about my past and I don't have a future figured out. And maybe this is goin' too fast. And maybe it's not meant to last.. But what do you say to takin' chances? What do you say to jumpin' off the edge? Never knowin' if there's solid ground below or a hand to hold or hell to pay. What do you say? What do you say?

E' iniziato un nuovo mese, Ottobre, con tantissimi programmi e cose bellissime nel sacco. L'autunno, le foglie arancioni che si specchiano nelle centinaia di laghi intorno a casa mia, un ultimo spettacolo da cheerleader, qualche cammino che possibilmente si aprirà, il mio compleanno e tante altre meraviglie.

Il mio diario di scuola mi suggerisce 5 parole per questo mese: imagination, self-discipline, accountability, self-respect e optimism. Cerco sempre di farmi ispirare da questi input lasciati lì apposta per farti pensare, agire, capire. Questo mese punterò soprattutto all'imagination, perchè l'ottimismo bene o male già me lo sono costruita e me lo porto dietro giorno dopo giorno e mattina dopo mattina, quando mi concedo 5 minuti davanti allo specchio per dirmi tutte le cose positive che ho qui.

Ottobre si è aperto con una classica giornata di scuola: sveglia alle 5.30, mezz'ora di autobus, 6 ore di scuola, due ore di cheerleading, cena e tanti compiti (giovedì avevo compito di matematica, presentazione di fashion marketing e quiz di tedesco).

Il bello come al solito arriva nel weekend. Venerdì appena uscita da scuola sono andata con Lizzy e Ruth (nel suo van stranissimo che sembra un limousine) da FroYo. L'amore puro quel posto, non c'è altro da dire. Gelato/yogurt con il mondo dentro che si paga a peso: pezzi di kik kat, granella di cocco, cannella, cioccolatini, frutta, cereali e una marea di altre cose.
Alle 3.30 mi hanno riaccompagnata a casa perchè dovevo andare al cinema con Erin, Katrina e Sam a vedere the maze runner. Uno spettacolo. Mi sembra una copiata incredibile di Divergent e degli Hunger Games, ma mi è piaciuto un sacco (ps quando esce in italia lo dovete guardare) e poi quando si cena con i pop corn ogni film è bello!

Sabato con tutta la famiglia siamo andati in Wisconsin, che è a solo un'oretta di macchina da casa. Fa già freddo da cappello, sciarpa e guanti, ma sono riuscita a non lamentarmi neanche un secondo, oh yeah. Abbiamo visitato un giardino stranissimo pieno di statue stranissime, dove potevi salire e fare quello che volevi, poi fermata in un negozietto del post per un po' di cookies e un apple pie da morirci appresso, e una lunga passeggiata lungo le Saint Crox Falls con tuuutti alberi autunnali.

Host sister, me, host mum

Domenica come al solito la passo a fare i compiti, skype con la mia famigla, pulizie varie e un'oretta in chiesa. La svolta è stata fare gli ultimi ritocchi al video che ogni anno faccio per raccontare in sintesi cosa ho fatto l'estate. Per montare un video del genere ci metto settimane, ma quest'anno ho proprio esagerato sforando al 6 Ottobre! In ogni caso ho fatto del mio meglio to get it done as soon as possible. Se lo volete guardare: https://vimeo.com/108083080
Gli ultimi minuti sono le scene di quando sono partita dall'Italia per venire qui e del ministay a New York della Wep. Non sono riuscita ad evitare di rendere il tutto molto triste, ma d'altronde così è stata e non volevo rappresentare le cose come in realtà non sono. Enjoy!

Parlando di lunedì, il lunedì è sempre una tragedia: mi sembra quasi surreale dire domani mi sveglio alle 5.30, quando in italia se mi alzavo alle 7.45 era anche troppo presto.. Poi qui il weekend dura 3 giorni il che sì è bellissimo, ma perdi in continuazione la routine, un po' quando torni dalle vacanze di natale dai. Se poi hai 6 ore di scuola, 1 grado fuori quando ti svegli, 2 ore di allenamenti di cheerleading e un articolo di giornalismo da consegnare, mi sparo volentieri <3

Con giornalismo abbiamo fatto una mini gita martedì. Eravamo solo una decina di ragazzi e siamo andati all'università di Minneapolis per una conferenza dove c'erano un sacco di lezioni diverse (sul tema giornalismo ovviamente) che potevi scegliere di seguire. Prima ora abbiamo seguito una lezione su come gestire un giornale sui social networks e seconda ora le etiche della fotografia giornalistica. A quel punto io e Katrina eravamo già stufe e siamo andate a pranzare e poi da starbucks fino all'1 quando abbiamo ripreso l'autobus. 

Mercoledì c'è stata l'eclissi di luna, ed ero emozionatissima. Credo sempre sia una cosa pazzesca quando succedono questo tipo di cose, mi sembra che il mondo stia facendo la sua magia e che noi possiamo guardarla perchè è proprio lì, nel cielo. A tutto il resto della popolazione delle Twin Cities non interessava però a quanto pare, dato che sull'autobus dormivano tutti mentre io facevo un servizio fotografico impazzendo con il flash dell'iphone. 

Giovedì mattina appena arrivata a scuola mi sono buttata per terra davanti al mio armadietto, come ogni giorno, ho acceso Skype e mi sono fatta una chiacchierata con i miei nonni aspettando che iniziasse la prima classe. Non ci avevo ancora parlato da quando sono partita, ed ero tanto preoccupata da come stessero, se gli manco, come procede e cosa pensano. Parlarci decisamente mi ha sollevata. Vedere con i miei occhi che erano sempre lì, nel solito salotto, a guardare la tv, a fare le stesse battute ormai da 10 anni, a sorridermi e dirmi che non vedono l'ora che torno, fa davvero tanto bene. Al cuore. 

Ma c'è una cosa che ieri mi ha fatto ancora più bene al cuore: una sorpresa che ho trovato tornando a casa. Un pacco grande grande davanti alla porta, con il mio nome sopra, che arrivava dall'Italia. 
Mi è sembrato come se un pezzo di famiglia mi fosse venuto a trovare, come se tutti mi fossero più vicini, sapendo che tutto quello che avrei trovato dentro veniva da loro, dalle loro mani, dal loro cuore. Mi hanno pensata, hanno fatto tutto questo per me ed è meraviglioso! Non solo tutto l'inaspettato cibo che ho trovato lì dentro (ricotte, stracchini, mozzarelle, formaggi, parmigiano, torta per il mio compleanno! anche se è tra 20 giorni) e i vestiti invernali che avevo dovuto lasciare a a casa, ma le lettere che mi hanno scritto e mi hanno fatta piangere così tanto e i regali per il mio compleanno sono stati un'emozione fortissima. Mi hanno riportato una sciarpa di seta dalla cina, un cavalletto estensibile per i selfie oh yeah, e la cosa più bella del mondo. Più inaspettata. Incredibile. 

C'era questa busta bianca rimasta lì nel pacco e sentivo che c'era qualcosa di speciale dentro, ma in un certo senso avevo l'ansia di aprirla. Il mio regalo di compleanno.. sarei rimasta delusa? sarà troppo? sarà bello? Troppe domande, come sempre. Livia e i film mentali da oscar
C'è una borsa che voglio da quando un paio di anni fa la vidi a Roma in via Condotti. Un bauletto di Gucci, che ovviamente mia mamma mi aveva fatto notare che era inappropriato per una ragazza della mia età, ed io lo sapevo. Sono andata avanti per un sacco di tempo con la convinzione che l'avrei chiesto per i miei 18 anni, quando finalmente i regali grandi si possono fare. 
E invece apro la busta ed era lì e ommioddio quanto ho pianto neanche lo so. Davvero non respiravo. Perché era la cosa più inaspettata del mondo e io so che mamma sente tanto la mia mancanza, ma non immaginavo così tanto da trattarmi come la sua super principessa a migliaia di kilometri di distanza. Non vedo l'ora di riabbracciarla. Per questo e per tutto il resto che ha fatto per me. Per tutto. 

In tutto ciò siamo arrivati ad oggi. Oggi niente scuola perchè tutti i teachers erano impegnati in qualcosa di burocratico che non ho ben capito, quindi ho potuto dormire un po' più a lungo. A mezzogiorno io e mia sorella siamo andate da Katrina ad aiutarla a preparare un paio di torte per un picnic che abbiamo organizzato con vari amici. Ci siamo incontrati tutti alle 2 al parco e siamo stati un paio d'ore ad ascoltare musica, giocare a tennis, calcio e nascondino (16 anni e non sentirli) e poi quando era troppo freddo siamo andati a casa di Sab a guardare un film in 10 sullo stesso divano. Odio i fim horror, ma nessuno capisce il disagio di una persona che ha paura e che sa che guardandone uno passerà la notte in bianco. Quindi mi sono stesa, chiuso gli occhi, cercato di non concentrarmi troppo sui suoni inquietanti del film e dopo un po' mi sono addormentata fino a quando l'host mum ci è venute a prendere.

Tra un'oretta ho l'ultimo spettacolo di cheerleading. Sono qui che cerco di scrivere il più veloce possibile mentre penso a cosa posso prepararmi per cena e cosa manca da mettere nella borsa. Sono fiera dei miei pon pon che ho stretto fortissimo mentre ballavo, della mia divisa che mi ha portata a fare qualcosa di nuovo, e di tutto quello che ho fatto da quando sono arrivata nella mia squadra. E' strano che qualcosa stia già per finire. Voglio dire, non mi sento ancora come se questa sia la mia vita. Sento che sto ancora vivendo la mia vita italiana in qualche modo. Non riesco a separarle. Essere qui mi sembra come una breve vacanza che si fa all'estero prima di rientrare, e poi sai che quando qualcosa finisce (scuola/visite/sport/whatever) si torna a casa. E invece no. Cheerleading finisce qui, ma il mio cammino è ancora lungo. Io vivo qui. Prima o poi lo realizzerò. 







mercoledì 1 ottobre 2014

Homecoming week


''Homecoming is an annual tradition of the United States to welcome back alumni and former residents. It is built around a central event, such as a banquet and, most often, a game of American football, or, on occasion, basketballice hockey or soccer. The activities vary widely; however, they usually consist of a football game played on a school's home football field, activities for students and alumni, a parade featuring the school's marching band and sports teams, and the coronation of a Homecoming Queen (and at many schools, a Homecoming King). A dance commonly follows the game.''

Eccoci qui all'inizio di una nuova avventura americana: l'Homecoming week.
Ho cercato di copy and paste da wikipedia la descrizione migliore che potessi trovare di questa cosa che a noi italiani sembra così strana, ma vi farò una sintesi anche io:
l'Homecoming week è una settimana di eventi organizzata per dare il bentornati agli alunni a scuola. Si organizzano una serie di giochi, partite, feste, spettacoli dal Lunedì al Sabato. Ogni giorno c'è un tema da seguire per quanto riguarda l'abbigliamento, il che significa che potrebbe capitare di andare a scuola in pigiama, vestiti da qualche personaggio dei cartoni o con cose di un colore specifico per esempio. I corridoi vengono decorati a tema da attività o sport della scuola e alla fine viene eletto un vincitore. 
A proposito di elezioni, si eleggono anche una regina e un re dell'anno (con una vera incoronazione lol).
La conclusione della settimana è al primo ballo scolastico dell'anno, semi formale (abito corto da cocktail) chiamato Homecoming Dance. 










Pubblicità a scuola del ballo

Un corridoio
Un altro corridoio
Programma della mia settimana e il mio armadietto decorato dalle cheerleader più piccole
Denim day
Lunedì 22 il tema era denim. In Italia avrei avuto un fiocco per capelli, pantaloni, camicia, giacca e scarpe tutto di jeans. Qui ovviamente non ho neanche 1/8 del mio armadio, quindi mi sono dovuta limitare a quello che mi sono portata: jeans e giacca di jeans.
In realtà avevo molto paura che fossi l'unica a vestirsi come una cretina per l'intera giornata, e in effetti non c'erano così tante persone che avevano seguito il tema.. però pazienza, è una cosa che a me non capiterà più quindi ho voluto sfruttare l'occasione e farmi due risate.




Active wear day

Per martedì tute/vestiti da sport. L'unica tuta che ho qui è quella che uso per cheerleading, cioè short e top e non mi sembrava il caso con 15° andare in giro così. Me la sono cavata con un pantaloncino estivo, una delle t-shirt di cheerleading e un golfino a caso sopra. Ho scritto a mia madre prima di uscire dicendole quanto ero vestita male e un po' alla cavolo come una vera americana e entrambe abbiamo concordato che tutte le cose messe insieme non c'azzeccavano nulla. Arrivata a scuola invece come sempre un sacco di complimenti.. Bah, gusti americani!
Il pomeriggio mi sono affacciata con delle amiche
un attimo alla partita di kickball professori contro alunni, ma tirava vento, non c'era tanta gente, non capivo le regole e dovevo studiare (sono tragica lo so) quindi ho preso il bus e sono tornata a casa.
Eighties day

Mercoledì un tema divertentissimo se solo avessi avuto i miei vestiti italiani! Di nuovo ho fatto quello che potevo, ma arrivata a scuola ho visto veramente di tutto! Un sacco di ragazze sono state bravissime non solo nei vestiti ma anche in trucco e capelli!
Il pomeriggio c'era la gara di divoramento torte (non trovo una traduzione migliore in italiano, ed ecco che iniziano ad arrivare i problemi di dislessia) ma me la sono persa non mi ricordo per quale motivo. Credo stessi facendo una chiamata skype per salutare qualcuno e quando sono tornata in ingresso la gente stava ormai andando via.

Farmer day

Per il farmer day credo veramente di essere stata una delle poche ad aver seguito il tema, infatti neanche i prof che erano stati i più rigorosi e divertenti a vestirsi durante la settimana quel giorno lo avevano rispettato. C'è stato un cambio all'ultimo momento mercoledì sera secondo cui tutti i senior avrebbero dovuto vestirsi di nero, ma non so come e quando è stato annunciato e io non ho saputo niente. Tanto alla fine come ero vestita (al posto dei calzini da casa ovviamente avevo gli stivali) non era più di tanto da contadino, quindi ho fatto finta di essere vestita normale lol.



Venerdì è stata una giornata super impegnativa per noi cheerleader. Innanzitutto c'è stata la Pepfest, una specie di assemblea di istituto, in cui noi dovevamo fare due esibizioni diverse. Il tema della giornata era Mounds View Pride, cioè in sostanza spirito scolastico. Io ho semplicemente messo una maglietta della squadra di cheerleading (diversa da quella di martedì) ma non ho avuto davvero tempo per fare una foto per quanto ero concentrata su tutto quello che mi aspettava quella giornata.

L'orario scolastico solo per venerdì era diverso, più breve e con un diverso ordine di materie, per lasciare spazio all'ultima ora alla Pepfest. Ora, sappiamo tutti come funzionano le assemble di istituto italiane: si va lì solo per perdere un paio di ore di lezione, ognuno fa quello che vuole e fa finta di ascoltare per poi andare a casa a continuare il relax senza compiti. 
Sono rimasta sconvolta da quello che ho trovato qui: cori da stadio, balli, talent show, gente che suonava il piano con un compagno che cantava (benissimo!), concerto della banda, sfilata dei capi della scuola (in cui sono stata messa anche io solo per essere una cheerleader del '97), lancio di torte in faccia al preside che rideva (!!), elezione di re e regina della scuola, e poi ovviamente le nostre due esibizioni. 
La prima esibizione si chiamava guy girl dance. Ogni ragazza la settimana prima aveva invitato un ragazzo della scuola della stessa età per questo ballo. Io ho invitato Mario non avendo ancora amici maschi con abbastanza confidenza. Abbiamo provato un paio di volte per insegnare a tutti i maschi la coreografia e poi ci siamo esibiti appunto venerdì. Il risultato è stata una cosa esilarante, inutile dire come ballavano i ragazzi! Era un po' che non ridevo così ahah
Non ho un video purtroppo, ma per farvi un'idea questa è la stessa cosa fatta un paio di anni fa a scuola nostra, anche se la coreografia è diversa:

                           

Dopo la pepfest siamo letteralmente corse in una scuola elementare per la loro pepfest dove ci siamo esibite di nuovo. La palestra era minuscola e per fare la nostra routine ci serve almeno il doppio dello spazio, per questo non è venuta molto bene, anzi piuttosto confusionaria e schiacciata. Per fortuna i bambini non hanno capito niente, anzi hanno esultato per due ore per il solo fatto che fossimo lì. <3

Finalmente a casa ho tentato l'impresa di allisciarmi i capelli perchè la coach voleva che per l'ultima performance (tra l'altro la più importante dell'anno) di quella sera fossimo tutte perfettamente uguali e quindi i miei capelli ricci non erano accettabili (?!). Dopo un'ora un mezzo risultato l'avevo ottenuto, poi a scuola mi sono fatta aiutare un po' con la piastra per gli ultimi ritocchi. Mai avuti capelli così lisci in vita mia! Un'emozione guardarmi allo specchio!

Arrivata l'ora dello spettacolo eravamo tutte agitatissime. L'homecoming football game è una tradizione per ogni scuola, dove tutto deve essere perfetto mentre centinaia e centinaia di persone solo lì a guardare. Io mi sono fatta un sacco di coraggio, stretto i pugni, bevuto acqua, respirato a fondo e convincendomi di essere solo a ballare. Altra gente ha preferito urlare tutto il tempo fino a rompermi le scatole a sufficienza, ma vabbè sono scelte e modi di affrontare le cose diversi.

Alla fine tutto è andato benissimo, per la prima volta non ho sbagliato niente e per la prima volta ho pianto per l'emozione mentre ballavo. Vedere la tua coach da lontano esultare quando il pezzo più difficile della routine è riuscito e contemporaneamente sentire i fuochi d'artificio scoppiare a sorpresa nel cielo solo per te, beh.. è stata davvero una scarica di gioia.
Dicono che quando balli senti i fuochi d'artificio dentro. Grazie a chi nel cielo quella sera ce li ha messi davvero.

         
Se mi riuscite ad individuare e a seguire all'inizio della coreografia sono in prima fila la prima a sinistra partendo dal centro. 

Post performance- Partita di football

Dopo tutta questa gioia, l'homecoming dance di Sabato  non ha fatto altro che aumentare la felicità della settimana e chiuderla in bellezza.
Alle 3.25 è passata Maya a prendermi e siamo andate a prepararci a casa di Claire e poi a casa di Radhika. Dopo un tea caldo che mi ha fatto sudare troppo e dopo aver truccato mezza Shoreview siamo andati al lago a fare le foto molto di fretta, dato che avevamo la cena prenotata per le 6.45.
Claire
Radhika, Maya, Ruth, io e Bailie
A cena è stato fighissimo perchè vedevi nel nostro ristorante o davanti ai ristornati della zona tutti questi ragazzi vestiti elegantissimi mentre le persone 'normali' si guardavano intorno come a dire ma da dove escono! Mi piace tantissimo questa cosa degli americani che le coppie per il ballo si vestono abbinate.. volevo farlo anche io ma nessuno mi ha asked per il ballo, purtroppo. 

Entrata del ballo
Alla fine con le mie amiche è andata benissimo, all the single ladies, e anche la serata post festa al bowling è stata divertente. Le foto con un ragazzo abbinato a me spero di beccarmele per il prom. Almeno per Maggio un amico maschio che mi voglia invitare ce l'avrò (?). 
Parte delle decorazioni del nostro corridoio
ID scolastico
Il mio armadietto alla fine della settimana
First FroYo ever! So good!

Getting prepared

Domani è primo ottobre. Il tempo un po' sta volando un po' no, dipende dai momenti. Sicuramente uno dei mesi più duri però è passato: Settembre. E' iniziata la scuola, ho dovuto cercare amici, farmi avanti, fare la faccia tosta, capire in inglese, studiare in una lingua che non è la mia, piangere, rialzarmi, divertirmi, fare provini, ballare, impazzire, vivere.
Sento di essere già cresciuta parecchio e non si parla della lingua, no. Si parla di me. Sono già più matura e lo so che molte cose come le affronto ora non le avrei vissute con lo stesso spirito anche solo due mesi fa. Ed è per questo che sono qui: per far vedere al mondo quanto valgo e per prendere dal mondo tutto quello che di bello mi sa dare e insegnare.
La vita.





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