domenica 28 dicembre 2014

Natale in America

Arriva sempre il momento in cui ti fermi e, guardandoti indietro, ti chiedi se la scelta presa nell'andare a vivere all'estero è stata quella giusta o no.
Perchè qui ti confronti con una marea di cose e persone, inizi a conoscere lati della tua personalità che non sapevi neanche esistessero. Ti mancano le parole, o forse ne hai in abbondanza. Rispondere alla semplice domanda 'come va?' può crearti un po' di confusione: hai una marea di cose in testa, e nel cuore, che aspettano solo di essere tirate fuori, ma a volte alcune emozioni sono difficili da descrivere. Puoi provarci, ma viverle è tutta un'altra cosa.  
E' come se tutto venisse portato via e tu inizi ogni volta da zero, poco a poco costruisci la tua nuova vita in un nuovo posto e ti senti bene.  

Da lunedì sono in vacanza. Lo zaino chiuso sotto la scrivania, che mi intralcia e prendo a calci quando accendo il computer, mi guarda da un bel po' ma non ho intenzione di aprirlo.

Una vacanza che è cominciata come un incubo. Il giorno più bello che si è trasformato in quello più strano, doloroso, complicato di sempre.
Quando sei lontano non puoi controllare tutto, anche se vorresti. Non puoi vivere due vite, o almeno non completamente.
Io ci ho provato, per mesi, e davvero ci credevo che avrebbe funzionato fino all'ultimo, ma a volte dobbiamo semplicemente lasciare che le cose accadano. C'è sempre un motivo. Un motivo per i cambiamenti, per le notti in bianco, per le cose peggiori.
Può sembrare che non ci sia, ma alla fine si rivela sempre.

Quindi ho lasciato andare, lui e le lacrime che sono seguite. Mi sono liberata di un peso, anche se nonostante tutto lo portavo con piacere, ma so che tutto andrà per il meglio. Qualcosa di migliore mi aspetta, un motivo per tutto ciò c'è. Devo soltanto scoprirlo.

E so che queste righe possono sembrare piuttosto confuse, ma c'è tanta gente della mia città che mi segue, e non voglio che tutti sappiano. Sulmona è una città troppo piccola, le voci girano in un attimo, la gente mi da dell'egoista, le ragazzine sono pronte a correre, e io non sono pronta ad abbassarmi a questo provincialismo.

In sostanza, una notizia arrivata dall'Italia mi ha sconvolto la giornata, mi ha fatta piangere tantissimo e ingozzarmi di gelato al Secret Santa Party a casa di Kat. Per fortuna ero lì, con le mie amiche, perchè tutti mi sono stati vicini e hanno capito come mi sentivo. Se fossi stata a casa.. meglio non pensarci a come mi sarei comportata. Lunedì notte è stata terribile. Ho dormito soltanto 2 ore e mezza, e la mattina mi sono svegliata con occhi stragonfi, mal di testa e una faccia irriconoscibile.
E' stato a quel punto che, guardandomi nello specchio mentre parlavo con mia sorella su Whatsapp, che mi sono detta di quanto non ne valga la pena di star male per una cosa che ti ha fatto stare bene per così tanto tempo. ''Don't cry because it's over, but smile because it happened.''

Da lì in poi, neanche un rimorso, neanche mezza lacrima.

Alla festa di lunedì abbiamo aperto i regali finali del Secret Santa fatto per le ultime 2 settimane, e Ana era il mio (anche se già lo sapevo, avendola trovata una mattina davanti il mio armadietto a mettere furtivamente un regalo). E' stata dolcissima con il suo present, e ancor di più Kat, Sab e Monica che mi hanno regalato un libro e della cioccolata anche se non dovevano.

Tornata a casa quella sera ho trovato un pacco che mi hanno mandato i miei genitori per Natale. Panettone, pandoro, torroni, regali, scamorze, pan dell'orso, ceci di ripieni, mustaccioli, tutto quello che mi poteva servire per scaldarmi il cuore dopo un giorno difficile.

Gingerbread house by me and erin
Martedì mattina sono andata a casa della hostnonna con la mia hostsister a cucinare un paio di cose per la vigilia di Natale. Ci siamo cimentate in involtini di foglie di uva e riso, e una pie imburrata con le noci, che ha un nome strano egiziano che non voglio imparare.

Ho saltato l'allenamento di ginnastica artistica delle 2 perchè erano ancora a pezzi per la notte precedente, e ho deciso di prendermi il resto del pomeriggio per me stessa per rilassarmi con un buon libro e guardare un film.
Alle 8 Nika è venuto a prendere me ed Erin e siamo andati con Nedal in downtown Minneapolis al villaggio di Babbo Natale, e poi a cena fuori alle 11 di sera (era la mia seconda cena, giusto per dire..)

Il 24 mi sono svegliata con un sorrisone. Ero emozionatissima per il Natale Americano, stranamente neanche un pizzico nostalgica. Ho aiutato con le pulizie, e ho fatto skype per un bel po' con i parenti riuniti in Italia per il cenone.
Anche se non ero lì, stavo bene. Ho il doppio dei parenti, il doppio dell'affetto, il doppio dell'esperienza e anche il doppio dei regali.. cosa si può chiedere di più?

Il regalo più dolce
Il cibo era ok, sicuramente meglio dei 7 pesci che mangiamo di tradizione in Italia.
Alle 5, mezzanotte italiane, mi sono alzata un momento da tavola per partecipare su facetime all'annuale processione di Tuscendidallestelle che si fa a casa mia. Una pazzia, italiana come non mai, che nessuno capirà mai. A parte noi.
Vedere tutte quelle faccine sullo schermo sorridere e dirmi Buon Natale con gioia, con quel mi manchi sulla punta della lingua che non veniva mai detto per non farmi venire nostalgia, mi ha scaldato il cuore.

Il giorno di Natale abbiamo aperto i tantissimi regali che c'erano sotto l'albero. Ne ho ricevuti un bel po', e sono stata messa sullo stesso piano dei miei due fratelli, il che mi ha commossa. Ora non sto qui a raccontare della nuova sciarpa morbidissima o delle bustine di tea. Non importano così tanto i regali, ma tutto quello che so che c'è dietro.

Dopo pranzo siamo andati dai parenti paterni, e abbiamo passato lì il resto della giornata.
Tra dolci, monopoly e wii con i ragazzi, si è rivelato un bel Natale dopo tutto.

Ieri abbiamo festeggiato un tardivo Natale tra di noi: io, Kat1, Kat2, Monica, Nedal, Jack, Sab ed Erin siamo andati a pattinare sul ghiaccio indoor, sotto mia richiesta.
Uno strano uomo mi ha approcciata diverse volte dicendomi che assomigliavo terribilmente a una persona che conosceva, e l'ho trovato molto creepy.

Quando una ventina di giocatori di hockey si sono letteralmente buttati nella pista alle 11.30, siamo andati via e Jack ci ha portati al mall. Fare shopping senza soldi è una sofferenza, soprattutto se ci sono i saldi di Natale e la tua carta di credito è bella ripiena di cash arrivato dall'Italia come regalo.
Mi sono limitata a guardare le vetrine, e a pensare a quello che comprerò prossimamente.

La troupe migliore
Tornata a casa, dopo un paio di belle scamorze italiane per cena, sono andata a casa di Blair per uno sleepover con la squadra di ginnastica artistica. E'statalacosapiùnoiosadisempre. Il divertimento americano non è sempre come quello dei film. Davvero. Tutti al cellulare, senza parole. Siamo la generazione di quelli che non sanno che dirsi.

Stamattina mi sono svegliata con abbondanti 10cm di neve. Non nevicava da tempo, le temperature si aggirano intorno ai -5 gradi: è un tempo inusuale in Minnesnowta, e per fortuna.
Scendo a mangiarmi un mustacciolo per merenda, che un po' di casa nello stomaco non fa mai male, e poi a fare la spesa con la famiglia.

Si conclude così la settimana del mio Natale Americano, meraviglioso e sorprendente. Mi chiedo se questa felicità sia normale per me, o se sono davvero cambiata così tanto in meglio come tutti dicono.
Qualunque sia la risposta, questa Livia mi piace davvero.

Buon Natale a tutti


Questo spiega tutto. Sono troppo io






sabato 20 dicembre 2014

Ultima settimana di scuola

Il Natale, bambino mio, è l'amore in azione. Ogni volta che amiamo, ogni volta che doniamo, è Natale.

L'ultima settimana di scuola è stata strana, a denti stretti, dura e lunga. 
Già da Lunedì non ce la facevo più, e vi spiego meglio, per quanto posso. 

Ogni volta che abbiamo una gara di ginnastica artistica rimaniamo dopo scuola fino alle 10.30 di sera. Anche se non gareggio mai, sono sempre andata per ''supportare la squadra'', come mi chiedevano di fare. Questo martedì però, non mi sentivo di andare, dato che avevo molto da studiare per tutti i compiti in classe finali prima delle vacanze. 
Ho mandato un'email alla mia coach dicendo che non sarei andata, ma la risposta è stata durissima. Per questioni di privacy non posso fare nomi, nè raccontare cosa sia successo, ma vi basti sapere che gli episodi successivi di questa settimana girano tutti intorno a quelle email ricevute, a quelle domande insidiose, ai miei pianti a mezzogiorno a mensa, al mio colloquio esausto con l'amministratore scolastico. 

Probabilmente lascerò la squadra. Un po' per mia scelta, un po' per scelta di qualcun altro. E mi dico che va bene così, perchè se le cose finiscono significa che ci sarà qualcosa di migliore ad aspettarmi. Prenderò una decisione finale probabilmente alla fine delle vacanze di Natale, ma dentro di me la risposta è già arrivata.

Quindi insomma.. una settimana triste, mi tocca dirlo, che non ne avevo di così dai vecchi tempi della nostalgia 3 mesi fa. Ma proprio questo abbattimento, questa richiesta continua di forza, di concentrazione, mi ha fatto aprire gli occhi su quello che ho intorno: le mie amiche. 

Le mie amiche Americane sono diventate la mia quarta famiglia, dopo quella vera, quella americana, e dopo le mie amiche Italiane. Hanno seguito con me tutta la vicenda, e mi hanno consigliato e supportato continuamente. Ana Giovedì mi ha fatta trovare questo bellissimo biglietto nell'armadietto che davvero la dice lunga di quanto sia una ragazza preziosa. E Sab ieri mattina a scuola mi ha portato la mia cioccolata calda preferita di Caribou, andata a prendere apposta per me prima di scuola. 

Sono tutti dalla mia parte. Loro, mamma, mia sorella, la mia famiglia americana, e perfino il mio dean. Per me questa è una battaglia vinta in partenza. 




Ieri finalmente è finita la scuola. Fino al 5 Gennaio dell'anno prossimo niente alzatacce alle 5, niente compiti per casa, niente conti alla rovescia. Relax. Amiche. Regali. Pace.
Dopo allenamento sono andata con Erin alla festa di Katie. Ho mangiato più brownies del dovuto, e abbiamo giocato a lupus in tabula, che loro chiamano Mafia. E' stata una serata tranquilla e divertente, direi un bel modo per cominciare le vacanze.

Oggi, mentre vagavo a caso sul mio cellulare, ho ritrovato una vecchia pagina di diario che scrivevo di 19 Agosto: ''di fronte alla partenza le parole giuste iniziano finalmente ad arrivare. La fragilità, gli alti e bassi, l'incertezza, la felicità e poi la paura. C'è tutto. Un mega mix. Mi salgono di nuovo le lacrime agli occhi solo a pensare a quello che è appena finito. La più bella festa della mia vita, quello che non mi sarei mai aspettata, fino all'ultimo. Fino all'attimo in cui ho visto con i miei occhi. [...] Sono stati tutti degli arrivederci difficili alla fine, ma 1 anno passa subito e mi aspetta una cosa pazzesca. E io non vedo l'ora. E ora lo posso finalmente dire: io sono pronta.''

Dicevo ''io sono pronta'', anche se in realtà non sapevo nulla di quello che mi aspettava. Cercavo solo di non avere paura.  Nessuno sa perchè, ma volevo partire.

E ora che sono qui, il motivo l'ho capito.

Ho capito che è stata la scelta giusta, perchè essere giovani è fare esperienze. E se questo comporta stare lontani per un po', ne vale la pena. Perchè non sono le persone che ci circondano o il luogo in cui ci troviamo che contano, ma siamo noi. La felicità la si può trovare ovunque ed in chiunque, se si sa guardare nel verso giusto. 

Da quando sono qui, la felicità la trovo un po' dappertutto. Il biglietto lasciato nell'armadietto da Ana è felicità. La cioccolata calda che mi ha comprato Sab è felicità. I messaggi arrivati dall'Italia durante la notte sono felicità. Chi prova a parlarmi italiano, quel ragazzo sul pullman che mi lascia passare prima ogni mattina, gli amici con cui sedersi a mensa, la doccia calda quando torni a casa, e perfino la connessione internet che funziona. Ogni piccola cosa.

Sono passati quattro mesi da quando sono atterrata a Minneapolis, dalla serata più indimenticabile di sempre e da quel ''sono pronta'' scritto con decisione.  E ho capito che pronti, alla fine, non ci si sente. Ma se si guarda sempre in basso prima di buttarsi, si finisce per non volare mai.  Ma io, ora, sto volando.

E quando la mia host mum, 5 minuti fa, si è avvicinata a me e alla fine di un lungo discorso del più e del meno mi ha detto: ''You're not my exchange student, you'll always be my Italian daughter'' allora ho capito che non importano tutte quelle stupidaggini che stanno succedendo con la squadra. 

Davvero, non importa.

Ci sono cose migliori per cui vale la pena sorridere.

domenica 14 dicembre 2014

Di countdowns e fotografie

+186 giorni dall'inizio dell'estate 2014
+115 giorni da quando ho lasciato l'Italia
-44 giorni a quando rivedrò mamma
-174 giorni a quando lascerò l'America
-220 giorni al concerto di Jovanotti 
''Per quanto tempo è per sempre?'' ''A volte, neanche un secondo.''

La settimana è cominciata di 8 Dicembre. Mancavano 23 giorni alla fine dell'anno, ed era l'Immacolata. Sarei dovuta essere a casa a Sulmona a fare l'albero di Natale e giocare con le collane d'oro come fossero serpenti. Avrei dovuto fare il presepe, che è sempre stato il mio compito.
Senza di me, nessuno lo ha fatto.

E invece sono qui. Un Natale un po' diverso, ma questo non significa che non sia bello. 'Not good, not bad: just different', come ci diceva la WEP prima di partire.

L'8 Dicembre in America non si festeggia niente. Ci si sveglia e si va a scuola come un normalissimo giorno. Abbiamo avuto un carbo load di ginnastica artistica, che è una serata in cui, dopo l'allenamento, si cena tutte insieme e si mangiano principalmente carboidrati, in modo da fare scorta in vista di un evento importante e faticoso. In questo caso, la gara di Martedì.

Non ho gareggiato, ed è la seconda volta che decido di non farlo, perchè il mio livello è ancora troppo basso e non voglio abbassare il punteggio della squadra intera solo per colpa del mio. In ogni caso sto migliorando, quindi spero di partecipare molto presto. E la gara è andata benissimo e ci siamo riportate a casa due belle vittorie sia in varsity che junior varsity.

Mercoledì ho cominciato il twelve days of Christmas con Katrina 1 e 2, Ana, Sab, Jack, Nika, e Monica. Ad ognuno è stato assegnato in segreto (abbiamo pescato biglietti) un'altra persona, e per 12 giorni (fino alle vacanze di Natale cioè) dobbiamo mettergli nell'armadietto un piccolo regalo. Alla fine faremo una festa in cui ci daremo i regali finali, cioè quelli più grandi.
E' stupendo perchè mi da un motivo per andare a scuola, con la curiosità di aprire il mio armadietto e vedere cosa ci trovo dentro quel giorno. Da un gingerbread cookie, a della calze calde calde, il mio secret santa fino ad ora è stato adorabile.

Venerdì con la classe di Fashion Marketing siamo andati in gita al Mall of America. Per chi non mi seguisse da un po', è uno dei centri commerciali più grandi degli Stati Uniti, e si trova a una 20ina di minuti da casa mia. Abbiamo avuto una riunione nel reparto marketing, per la maggior parte noiosa e inutile purtroppo, e poi 2 ore di tempo libero per fare shopping.
Solo in America.

Timur
Ironia della sorte, torno dal Mall e vado ad allenamento. Casa, doccia, e poi di nuovo al Mall con l'host family! Stancante, ma ne è valsa la pena tornarci perchè ho comprato gran parte dei regali di Natale per loro. Io, per me però, ancora non mi compro niente. Tirchia.

Al Mall siamo andati noi 4 con Timur, un exchange student da un paese impronunciabile che ho conosciuto in chiesa a Settembre. Timur è una di quelle persone strasolari, divertenti e senza peli sulla lingua. Può essere terribile se vuole, un po' come me, ma il resto del tempo è la persona perfetta con cui passare un weekend. Infatti è tornato anche Sabato mattina, alle 10 quando io stavo ancora dormendo.. ehm..

Makeup by Timur

Il programma era film e perdita di tempo fino ad ora di pranzo, e poi avremmo organizzato un photoshoot indoor e outdoor. Lui è un makeup artist di lavoro nel suo stato impronunciabile, io fotografa di hobby. Entrambi amiamo la moda e i fashion blogger. Il mix perfetto.

I risultati sono mitici. Non ho mai indossato così tanto trucco, e non mi sono mai piaciuta con troppo trucco, ma lui ha fatto un lavoro STUPENDO. Le mie foto le devo ancora lavorare su photoshop, ma le sue e quelle della mia sorella ospitante mi piacciono da morire.

Così si è conclusa un'altra settimana. 5 giorni di scuola alle vacanze di Natale.
E non vedo l'ora, se solo tutte le canzoni di Natale che esistono al mondo non cantassero ''i'll be home for Christmas''..

Livia

sabato 6 dicembre 2014

Thanksgiving break

Che fine ho fatto? Il mio blog intelligente mi ha cancellato il post quasi completo due settimane fa, e da lì mi è passata la voglia di riscriverlo da capo, dato che ci avevo messo davvero un sacco di tempo. Non so perché la modalità foto a quanto pare non funziona tanto bene, e quando inserisco una didascalia qua esplode tutto.
Quindi.. Sarò breve e concisa, dato che devo raccontare quasi un mese in un solo post.

Partiamo da dove eravamo rimasti: ultima settimana di scuola prima del thanksgiving break.
Scuola, allenamento di ginnastica artistica tutti i giorni per 2.30h, cena, compiti, dormire e ricominciare. Monotono, a parte per alcune variazioni:

Mercoledì era l'International Education Day e ho dovuto fare una presentazione sulla mia nazione, insieme ad altri 5 exchange students, nella nostra chiesa. Ho cercato di spiegare alla gente quanto l'Italia non sia quello ammasso di stupidi stereotipi che loro credono. Che non siamo tutti mafiosi, che la salsa Alfredo non è italiana, e neanche le polpette negli spaghetti.

Ho trovato la ricotta..
Ho provato a spiegare cos'è un centro città, le vasche per il corso, i due baci sulla guancia quando ci si incontra (''When you meet someone (whoever) you kiss on the cheek, left first, right second. But you don’t really put your lips on their skin. You just kind of make a kissing sound while you do it. If you plant a big wet one on someone you’ll scare them.''), l'aperitivo con gli amici, le castagne nel cartoccio di una sera di ottobre, la copiata a un compito in classe, il motorino, il pane fresco, la ricreazione a scuola, la pasta tutti i giorni a pranzo.

.. e le castagne. Ho pianto.
Ma non capivano, e credo che non capiranno mai. Perché se non sei Italiano, l'Italia non la capisci e la passeggiata per il corso ti sembra una perdita di tempo, e la pasta tutti i giorni ti sembra un carbo load inutile e continuo.
Io, almeno, ci ho provato.

Venerdì c'è stato il compleanno di Maya. Sono stata contentissima di scoprire che eravamo solo in 7 perchè aveva invitato le persone a cui teneva di più, tra cui ero inclusa anche io. La gioia!
Abbiamo guardato un film, mangiato la pizza buonissima che ha cucinato la madre (mi sento di dire che è stata la prima è ultima pizza, degna di essere chiamata tale, che ho mangiato fino ad ora qui) e ringraziato 1000 volte per la torta al cioccolato a 7 strati con gelato alla vaniglia. La volevo tutta.

Più tardi durante la serata abbiamo iniziato a chiacchierare di argomenti che per loro sono considerati tabù, ma di cui in Italia se ne parla in tranquillità anche con i genitori. Mi facevano una tenerezza quando abbassavano la voce parlando di ''quel mio compagno di classe che una volta ha fumato una sigaretta!'', quando qui la gente fuma canne prima di entrare in classe di prima mattina. Per non parlare di sesso poi. Hanno un anello di castità che daranno quando si sposeranno.
Ah Stati Uniti, che bigotti.


Sabato sera sono andata a vedere Mockingjay con Katrina1 e 2, Sab, Erin, Sara, Nika, Jack, Monica, Ana e chi più ne ha più ne metta.
Il film mi è piaciuto tantissimo, come sempre d'altronde, ma si è interrotto nel momento più bello, nel momento cruciale, lasciandomi con l'amaro in bocca. Soprattutto perchè a pensare che il prossimo film lo guarderò in Italia, nella mia vecchia vita, con gli amici di sempre, mi fa sorridere e rabbrividire allo stesso tempo.

''Prof mi posso stendere per terra?''

Da lì è iniziato il Thanksgiving break, 9 giorni di vacanza che gli Americani si concedono solo perchè nel 1623 i Padri Pellegrini avevano fatto un bel raccolto e decisero di ringraziare Dio. Okay.
Per quanto ho potuto ho cercato di dormire, ma gli allenamenti di ginnastica artistica alle 9 di mattina lunedì e mercoledì, e il volontariato alle 10 per il diversity council di cui faccio parte, non mi hanno aiutata così tanto..

Thanksgiving day
Giovedì però ho potuto dormire più tardi perchè era il Thanksgiving Day e saremmo andati a casa della nonna soltanto per le 3. Mi hanno detto di saltare il pranzo e la colazione, perchè il pasto delle 3 mi avrebbe riempita completamente, ma quando poi quel giorno ho finito di mangiare, mi sono resa conto che tutto questo cibo di cui tanto parlano non è niente in confronto a una qualsiasi Domenica in famiglia italiana. O Natale. O capodanno. O un matrimonio. O qualsiasi cosa.
Certo, i 4 pezzi di torta finali che mi sono mangiata mi stavano per far rimettere tutto quello che avevo nello stomaco, ma vi assicuro che in Italia siamo abituati a molto molto di più.

Sofia aveva organizzato una festa in piscina a casa sua (perchèsìleihaunapiscinainternaaffiancoallasuacameramaledettiamericanimilionari) e mi ha invitata. Abbiamo nuotato (ovviamente), cantato, mangiato pizza e giocato a funcos con tanto di premi. Bella serata.

Io e Erin
Sabato invece io, Kat, Katrina, Sab, Monica, Sam, Ana, Jack, Sara e Nika siamo andati in downtown Saint Paul a pattinare sul ghiaccio.

Io, Sam e Sara
Saint Paul è bellissima, e mi ha fatto sentire davvero a casa perchè finalmente ho visto qui un centro città dove passeggiare, fermarsi ad un bar e mangiare qualcosa.
Perchè apparte per queste città così grandi (Saint Paul è la capitale del mio caro Minnesnowta) tutti gli altri paesini non hanno un centro, non ci sono negozi o ristoranti in giro.. Solo case, case, strade e scuole. Poi c'è sempre un centro commerciale, dove praticamente la gente va a passeggiare quando non ha nulla da fare, e mi dico che va bene anche così, ma poi si finisce sempre per spendere più del dovuto. Ogni weekend. Ogni santissima volta.

Lago ghiacciato
Finito il Thanksgiving break è iniziato Dicembre. Di già, o ancora? Non lo so neanche io. Ho dei sentimenti contrastanti fortissimi. Mi sembra che il tempo passi velocissimo e che non passi mai. Che tra poco e tra un'eternità tornerò a casa.

Sono 107 giorni che vivo qui. 107 giorni che ho lasciato l'Italia, il mio amore, la mia famiglia, i miei affetti. 107 giorni che affronto le cose in un modo diverso, con il sorriso più grande, e con la lacrima della nostalgia quando ci vuole.

Mi chiedo quante cose mi stia perdendo.
L'altro ieri è nato Domenico, il bambino più bello di sempre, figlio di due carissimi amici di famiglia. Così stretti che anticiparono il loro matrimonio a Luglio così che potessi esserci anche io prima di partire. E ora vorrei essere lì, prenderlo in braccia, abbracciare tutti e 3 e vederli finalmente insieme.
Vorrei essere lì ora che mia sorella ha appena preso la patente, ed è diventata grande tutto di un colpo.
Ora che le mie migliori amiche si sono tutte fidanzate, vorrei essere lì per un'uscita a 6, o a 8, e ridere e sorridere tutti insieme.
Vorrei essere lì per quel grande evento che mia madre organizza ogni anno l'8 Dicembre, per supportarla, aiutarla e alla fine dirle quanto è stata brava.
Vorrei essere lì oggi per partire con il mio Interact per una nuova distrettuale, ballare, cantare, conoscere gente e non dormire mai.
Vorrei essere lì dopodomani, quando faranno l'albero di Natale, senza di me per la prima volta. E anche oggi che Margherita ha un esame importante, e tra 10 giorni per l'annuale saggio di danza di Natale.
Vorrei essere lì tutti i giorni, per abbracciarli ad uno ad uno, che questo maledetto schermo mi illude tutto il tempo. Per dare quel bacio che mi manca. Per dormire con chi amo. Per strapazzare i miei genitori di coccole.

Ma quante persone vorrebbero essere qui? Andare a scuola in un bus giallo, entrare in classe di corsa perchè sei stato troppo tempo a chiacchierare con l'amica appoggiata all'armadietto, allenarsi nella proprio squadra e vincere una squadra, andare al ballo come nei film, migliorare una lingua e peggiorarne un'altra, mettersi in gioco tutti i giorni, innamorarsi di un professore di 24 anni, essere una cheerleader, impazzire al Black Friday, dire di avercela fatta.

Ho imparato che nella vita non si può avere sempre tutto. Io la mia scelta la feci. Scelsi di rischiare.
E sì, è vero che vorrei essere lì, ma è vero anche che voglio essere qui allo stesso tempo. Vorrei dividermi e poter vivere entrambe le vite.

In attesa che inventino la bilocazione, decido di restare qui e finire la mia corsa. Anche senza fiato.

domenica 16 novembre 2014

Halloween and Prom dress

''Signora posso lasciarle almeno in buca l'opuscolo?''
~  Bambino testimone di Geova durante Halloween 
''O la borsa o la vita!''
~ Bambino materialista con le idee chiare

Halloween in America è l'Halloween che ti immagini, quello dei film, quello che cerchiamo invano di imitare in Italia, quello che un po' tutti vorrebbero vivere.
Io ed Erin abbiamo organizzato una festa a casa con una quindicina di amici, cibo a tema horror, un po' di musica e tutti in costume.

Io personalmente sono vestita metà da angelo e metà da diavolo, vestito comprato per 4 bucks da una svendita totale a Stillwater - big deal - ma i nostri amici si sono davvero presentati con di tutto. Da Sara-Cat Womanm a Nika con una semplice t-shirt addosso che diceva 'This is my costume',ne ho viste delle belle.


Siamo andati tutti insieme a fare dolcetto-scherzetto nel quartiere, ed è stato divertentissimo. Mi sentivo al settimo cielo e non smettevo di fare foto e video a tutto e a tutti, perché sembrava così irreale..! Tutte queste case perfettamente decorate a tema, con musica horror, tombe nel giardino, teschi per la strada, cadaveri appesi agli alberi, zucche, statue, ragnatele, pipistrelli, davvero di tutto.

Ognuno pronto dietro la porta a dare la caramelle anche a noi 17enni che suonavamo e dicevano 'Trick or Treat' come i bambini di 3 anni.
E' stata un'esperienza che non dimenticherò mai. Compreso il resto della serata passata a giocare a Just Dance e a fare il karaoke.

La mia zucca!
Zucca di Erin

E' iniziato Novembre, da un bel po'. Il tempo va veloce e lento allo stesso tempo.
Sono stata euforica tutto il giorno aspettando Domenica, perchè avrei avuto la mia festa di compleanno a casa con tutti i miei amici.
Non tutti si sono presentati, un po' come fanno gli Americani che neanche ti avvisano, ma l'importante è che le persone (americane) a cui tenevo davvero fossero lì. Certo, perchè ovviamente famiglia e amici italiani non potevano esserci.


E' stato strano ricevere regali diversi dal solito, ma sempre bellissimi, e mi sono stupita che pur conoscendomi da poco tempo sono riusciti bene o male ad inquadrare già i miei gusti.
Sono stata felicissima quindi di aprire anche le piccole cose, perchè erano fatte col cuore. Sara per esempio mi ha regalato una cornice a forma di cuore con una nostra foto dentro, Ruth un album scrapbooking di cui ha fatto le prime due pagine e ha lasciato il resto per me- ''cuz you're life is gonna be amazing and this is the place where you can write about it''- e Katrina e Sab addirittura mi hanno fatto fare un ritratto dal loro padre pittore. Ho pianto e poi sorriso tantissimo.


Insomma non sto qui a raccontarvi di ogni singola cosa che ho ricevuto, perchè non è quello l'importante. L'importante è che nonostante non sia stata mamma ad accendere le candeline della torta, nonostante non ci fosse Luigi a presentarsi due ore prima per aiutarmi, nonostante nella mia lista di invitati non ci fossero gli amici con cui sono cresciuta, e tutte le persone più importanti.. Beh, è stato meraviglioso lo stesso.

Il resto della settimana credo sia stata piuttosto normale. Si parla di due settimane fa, quindi un po' i ricordi si sono già faded. (Giuro che odio quando non mi ricordo le parole in italiano)
Scuola, quiz, ma sopratutto l'esame di metà semestre di giornalismo in cui sono stata la migliore della classe. Quando la prof l'ha detto davanti a tutti per farmi i complimenti si gira K. e mi guarda con faccia stupita/incazzata e si mette a ridere della serie 'ma guarda a questa che è pure italiana è impossibile che sia stata la migliore'.
Se non ci fosse stata Ms. Carney, un fuck off mi sarebbe volato facilmente.

Venerdì 7 dopo scuola io, Katrina, Monica, Sab, Nika e Nidal siamo andati al Mall of America, con il santo padre di Kat che ci ha scarrozzato di qua e di la tutto il giorno. Abbiamo girovagato per un po', ho comprato il profumo di Abercrombie con i soldi per il compleanno che mi ha dato nonna, e approfittando di un momento in cui Nidal e Nika era in GameStop, noi ragazze siamo andate in cerca di vestiti per il prom.
Ora, lo so che è Novembre, che il prom è tra 6 mesi e che stiamo decisamente giocando di anticipo, ma la ricerca è lunga (o almeno credevo, ehm..) ed è stra divertente.

Siamo andate in questa boutique di vestiti da sposa e per il prom, con le assistenti che ti aiutavano, il piedistallo su cui salire, gli specchi dappertutto e questi abiti lunghissimi e luccicanti da principessa. Mi sono divertita da morire.


Il primo è stato questo coso puffoso e celeste da vera cenerentola, e ho riso troppo perchè mi sentivo come una di quelle di 'Il mio grosso grasso matrimonio Gypsy'.


 Poi ho provato questo lilla, che mi sapeva tanto di dea greca e damigella americana.




A quel punto mi ero quasi stufata, perchè non c'era nulla che mi piaceva. Faccio un ultimo giro tra i vestiti e ne adocchio uno, ultimo pezzo, scontato del 60%, della mia taglia. Me lo faccio portare in camerino, lo provo e.. Dio, non vi descrivo l'emozione.
Mi sono guardata per 10 minuti se non di più in tutti gli specchi del negozio, ho provato a raccogliermi i capelli, ad aggiustare la scollatura dietro, a mettere un paio di tacchi, a fare come se stessi davvero già lì. E' stato amore a prima vista.

Così faccio un attimo un salto in avanti nel tempo a martedì, quando, dopo aver convinto mia mamma e mio padre (a cui il vestito piace tantissimo) e dopo essermi fatta mandare i soldi necessari, ho saltato scuola e sono andata al mall con la mia hmum a comprarlo. Felicità.

Ho approfittato anche per tagliarmi i capelli di 40.000 inches, dato che mi ero stufata di averli lunghi, e devo dire che i parrucchieri americani non sono così imbranati come vi avevano raccontato altri exchange students! Anzi, per 21.90$ ha fatto davvero un bel lavoro.

Tornando a sabato, dopo il mall siamo andati a giocare a bowling da Flaherty's, dove ci ha raggiunti Sarah e dove ho mangiato per la prima volta da quando sono qui, una pizza degna di essere chiamata tale. Shoutout to Flaherty's, quindi, per avermi fatto riprovare la gioia di una Margherita calda il venerdì sera.
Bowling

Sabato un po' di relax e poi cena fuori con Radhika e Baillie, da Panera Bread, dove mi sono scordata di prendere il menu pick up two, shoot.
Alle 7 siamo andate a vedere Willy Wonka, il musical scolastico, ed è stato incredibile scoprire che tante di quelle cose che vediamo nei film sull'America sono vere: mi sembrava di essere in High School Musical, con un'organizzazione pazzesca, orchestra, cantanti e attori bravissimi, e tutti della mia età! Meraviglia, meraviglia, meraviglia



Per quanto riguarda questa settimana, la grande novità è che è iniziata Ginnastica Artistica. Mi alleno tutti i giorni dopo scuola per 2 ore e 20, e sì, è pesante, ma ne vale la pena.
La palestra è super attrezzata e le altre ragazze sono mille volte più brave di me, però io cerco di dare del mio meglio e di rendere anche questa esperienza una nuova cosa bella da riportare a casa.

Lunedì ha nevicato per la prima volta, e direi finalmente perchè da come parlando del Minnesota, mi aspettavo davvero la neve appena arrivata ad Agosto. A scuola ci hanno fatto uscire prima di 15 minuti, non ne capisco il senso, e hanno cancellato anche il primo allenamento di ginnastica artistica. Quindi ho approfittato per catch up con un po' di compiti per casa, e fare faccende varie.
Per il resto, scuola, compiti, allenamenti, e la sfida di cercare di andare a letto il prima possibile, di solito le 9.30, altrimenti la sveglia alle 5.30 con -17 gradi fuori diventa davvero un trauma per la vita.

Questo weekend è stato bello come sempre, anche se di solito venerdì appena uscita da scuola ancora non so niente di quello che farò e i programmi qui vengono fatti sempre all'ultimo momento.
Dopo l'allenamento (perchè sì, ci si allena anche di venerdì :'( ), sono tornate Erin e Katrina A. dal mall e abbiamo guardato un film insieme, e poi sono andata a uno sleepover a casa di Katrina C. con Monica, Sab e Sarah.
E' incredibile quanto qui sia tutto più informale. Vai a dormire a casa di un'amica e non devi portare fiori/torta per ringraziare, non devi fare i complimenti quando hai ancora fame, non ti preparano il letto perfetto e l'asciugamano pulito, ma si dorme tutte insieme sul divano mentre si chiacchiera o si guarda un film alle 2 di notte e si ordina una pizza da consegnare a casa compilando un modulo su internet.

Sabato ha nevicato ancora. Ci siamo svegliate piuttosto presto con la voglia di cioccolata calda e di una bella e buona colazione, quindi ci siamo imbottite contro i -13 gradi e la mezza bufera di neve e abbiamo camminato per 1.5 km fino a Caribou. Non so davvero cosa ci dicesse la testa in quel momento a noi 5.
A quel punto abbiamo deciso di stare lì per un'ora e mezzo, tra foto, cioccolata calda, oat meal e muffin giganti davanti a un camino acceso. Adoro quel posto.

Alle 3 c'è stato il compleanno di Ana a casa di Katrina C. (dove ero a dormire), e veramente ancora non capisco perchè non l'abbia fatto a casa sua ahah. Abbiamo mangiato pizza (la quantità di carboidrati assunta dalla sottoscritta in questo weekend è indescrivibile) e cheesecake, poi siamo andate al Mall per dare un'occhiata in preparazione del Black Friday della prossima settimana. Sono sicura sarà da morire, anche perchè tra l'altro, non scherzo, la gente ci muore davvero.

Mi aspetta un'altra lunga e impegnativa settimana, ma è l'ultima prima dei 9 giorni di vacanza per il Thanksgiving. Quindi, come sempre, hold on.


venerdì 31 ottobre 2014

Compleanno americano

Sono in classe di fashion marketing e ho appena finito il mio progetto per lunedì. Non ho niente da fare, che la scuola qui è facile, quindi Mr. Duffy mi ha detto fai quello che ti pare fino alla fine dell'ora.
In Italia ce lo sogniamo. 
Ma io intanto mi sono seduta bella comoda, tavoletta di cioccolato e cellulare, e questa facilità americana me la godo, mentre insulto la tastiera senza accenti.

20 Ottobre, 5.30 di mattina.
Nuova sveglia che suona, nuova settimana che inizia con la mia solita confusione mattutina del 'dove sono cosa faccio qui cos'è questo letto perchè tutti parlano inglese' quando ho appena aperto gli occhi dopo 8 ore di sogni in italiano e in Italia.
E' sempre strano svegliarsi dopo una notte in cui hai sognato di essere in Italia, nel solito posto, con le solite persone, e accorgersi che era tutto solamente un sogno. E un po' fa male. E corro a sciacquare la faccia in bagno.

Solita routine, ormai piacevole perchè da quando cheerleading è finito ho un sacco di tempo libero in più. Colazione, bus, scuola, bus, doccia, snack, procrastinating as much as possible, compiti, procrastinating, cena, procrastinating, letto.
Alba spettacolare sul lago davanti scuola
Qualche volta ovviamente c'è qualcosa di diverso. Martedì alla riunione del Diversity Council abbiamo festeggiato l'indigenous day guardando video storici, mangiando muffin americani giganti al cioccolato e facendo dream catchers. Il mio era orribile, ops.

Mercoledì io e la mia host mum siamo andate in campagna a comprare da un venditore locale due zucche per halloween, e già che eravamo lì ci siamo beccate anche pane di mela morbido e caldo, una mela caramellata, e 2 litri di apple cider. Non si poteva resistere.

Random news. Ho finalmente ordinato l'yearbook, anche se costa 80$ e più, ma ne vale davvero la pena ed e' un ricordo fantastico che mi posso riportare in Italia. Spero che la mia foto non sia così pessima though e che a noi senior ci facciano inserire una frase, perchè puoi scrivere quello che vuoi e molti fanno cose esilaranti.


Venerdì un minimo di valigetta e una nuova partenza: io e la mia host sister siamo andate in un campo giovani della Chiesa in Wisconsin. La loro religione è strana, si chiama  Unity, e in sostanza credono a tutto, a qualsiasi cosa che sia uno spirito, che dia energia, a Gesù, a Buddha, a Maometto, a Zeus, e a chi non si sa.

Iononvolevoandareproprioperniente, ma dovevo, anche se avrei saltato il mega pigiama party e feste di chiusura di cheerleading quel Sabato, anche se mi avrebbero tolto il cellulare per 3 giorni e avevo dei seri problemi con qualcuno in Italia con cui dovevo parlare. Sono salita sul bus, ho consegnato il telefono, ho affrontato le 6 ore di viaggio con la malinconia più grande addosso e amen.

Quando sei lontano i problemi li senti ancora più pesanti quando ci sono, perchè appunto non sei li', non puoi toccarli con mano, non hai molti mezzi per risolvere, se non una chiamata Skype o un messaggio su Whatsapp. Il contatto degli occhi, quello del corpo.. Bhe era quello che mi salvava in Italia, e ora no c'è e senza di lui molte cose si stanno sfasciando. Ci sono delle routine che si perdono, delle parole che non vengono più dette, delle passioni che svaniscono.

E quel weekend tutto ciò lo sentivo più di sempre. C'era qualcuno che mancava, e mi bruciava, e senza cellulare, senza poter provare a scrivere, faceva male ancora di più.
E quel weekend ho pianto nell'heart talk, ho abbracciato persone sconosciute, ho riso durante l'om, non mi sono voluta alzata durante la preghiera ad un Dio sconosciuto che non voglio pregare, ho guardato persone credere a tutto e pregare 1000 religioni diverse. Ma ho anche dormito abbracciata con Sarah, ho ballato vestita da orso con Timur, ho ballato un lento con un certo italo-americano chenonmipiacevapernienteperovabeh, e ho sconfitto le mie paure, e un po' la nostalgia..
E mi sono che mi è servito.

Il mio gatto è triste perchè non gli lascio fare i miei compiti di mate
Domenica prima di arrivare di nuovo a casa mi sono premiata con una bella pasta da Noodles and Company, e con un'abbondante coppa di FroYo, perchè anche se erano solo 3 giorni sono stata coraggiosa, umile, paziente. E quindi, come tante volte, sono fiera di me e di come sto crescendo.
E' stata un'esperienza diversa, che decisamente non rifarei sia chiaro, ma per lo meno ho qualcosa ancora di nuovo da riportare in Italia a Giugno.
You're never gonna know if you never even try.

Lunedì quindi sono tornata a scuola e mi sembrava di non aver avuto nessun weekend, e la stanchezza me la sono portata un po' per tutta la settimana.

Martedì sono andata a comprare il costume di halloween. Ero tutta gasata, volevo un costume che spaccava, ma poi mi sono resa conto che era inutile spendere 50$ per il costume della regina di cuori quando poi lo lascerò qui in America a giugno, quindi mi sono beccata un semplice vestito metà angelo e metà diavolo con tanto di coda, pelliccia e corna, per 4$.

And guess what? Mercoledì era il mio compleanno. Avevo paura prima di partire che sarebbe stato un momento troppo difficile per me, e che non sarei riuscita ad overcome la nostalgia, e invece non è andata così male.
Unghie per il compleanno
Certo quando mi sono svegliata e sono andata a fare colazione, il mio padre e la mia sorella ospitante si erano praticamente dimenticati che era il mio compleanno e non mi hanno neanche fatto gli auguri, ma avevo la mia vera mamma che mi sorrideva su Skype, i messaggi più belli delle persone più importanti back home appena arrivati e freschi da leggere, e mi sono resa conto di quanta meraviglia ho lasciato in Italia, e una lacrima mi è scesa davanti l'armadietto.

Il mio compleanno alla fine è andato bene, e a dire la verità non è ancora finito perchè Domenica faccio una festa a casa con tutte le mie amiche.
Anyway, tornata a casa ho passato il pomeriggio fino alle 5.30 a rispondere ai messaggi più belli, agli auguri su Facebook, e parlare con un po' di gente su Skype. Ho ripensato a tutti i bei regali che mamma mi aveva mandato nel pacco un paio di settimane prima, e mi sono sentita amata. E felice.
Mr. Duffy nell'ora di fashion marketing mi ha regalato una barretta di Hershey's e nell'ora di tedesco e di inglese tutti mi hanno fatto gli auguri. E grandi sorrisi.

Io e la mia host family siamo andati in un ristorante Italiano per cena che non era niente male. La sfoglia della mia lasagna era super soft, e il sugo non era certo buono come quello che fa mamma, e la besciamella era pochissima, ma per essere Americano l'ho promosso.

Camicia per il compleanno
Ho aperto i regali che erano bellissimi! Una camicia di lino bianca con le stelline di Tommy Hilfiger, un biglietto con delle foto e tre statement necklaces che mi fanno impazzire. Mi hanno anche portata in una pasticceria a scegliere il cupcake gigante che mi piaceva di più e ho scelto uno al cocco.
Tornati a casa abbiamo guardato tutti insieme In Time, che è il mio film preferito e credo sia stata una cosa dolcissima e davvero un bel pensiero per chiudere la serata.

Giovedì diciassettenne. Più matura o forse no. Mi sveglio stranita come sempre ma contenta di essere lì e di aver superato un momento che sarebbe potuto essere difficile e invece non lo è stato più di tanto.
Finalmente l'aria di halloween si è fatta sentire e io ed Erin abbiamo passato la serata a intagliare le nostre zucche. La mia è davvero spettacolare, nel prossimo post metterò tutte le foto raccontando anche di oggi, dato che ci sono molti programmi per il weekend.

Un bacio a voi che leggete, ai miei primi due mesi negli stati uniti, agli anniversari, alle cose che vanno via per fare spazio a cose migliori, a me che cresco, a chi mi vuole bene anche se mi conosce da poco, a tutto quello che deve ancora venire e a una persona con cui condivido l'importanza di questa frase. Perchè adesso, ancora più di prima, mi fa capire tante cose:
''E’ strano accorgersi che è proprio quando te ne vai che puoi capire quanto sei rimasto e quanto ti rimane di qualcuno. La prospettiva delle lontananze fa percepire tutto più nitidi. Ci sono assenze che sono scuse, assenze che sono pause. Ci sono mancanze che restano, presenze che stancano, tenute in vita artificialmente soltanto dall’abitudine. Al di la’ di ogni apparenza, in un mondo in cui quasi tutto si cancella in fretta per fare spazio a centomila possibili novità, qualcosa la metti a fuoco oltre ogni previsione possibile e per quanto ci provi non puoi negarla ai tuoi occhi.. più ti manca qualcuno più è ovunque presenza.''

Livia



domenica 19 ottobre 2014

Made in America

Quando alzarsi alle 5.30 fa meno male, quando fai amicizia con delle persone che ti sorridono nonostante l'unica cosa che dici è 'what did you say?!', quando ci sono Ruth e Maya che ti passano a prendere con la macchina a casa perchè 'you have to have fun', quando hai A a tutte le materie e sono gli Americani che cominciano a chiederti aiuto con i compiti, quando guardare il countdown a tre cifre non ti fa più scendere mille lacrime ma solo una, quella dell'amore delle persone che ti aspettano, allora sì che sei a casa. Allora sì che sei made in America.

Ormai è Ottobre, pieno autunno. La stagione finisce, e si porta via un po' di cose (anche se ne porta poi con altre bellissime). Quindi cheerleading is over, purtroppo, anche se avere per un po' tempo libero il pomeriggio mi fa decisamente piacere.
L'ultima esibizione c'è stata Venerdì, e ho pianto tanto quando, dopo l'ultima nota della routine, con il solito passo da soldato super coordinato siamo andate via dal campo. Sapevo che era over, ma mi faceva davvero strano. Quando ho visto Katie a singhiozzi corrermi incontro ed abbracciarmi dicendo 'my life is over', ho cercato di farle capire che quando sono partita era un po' tutto over per me, anche se poi non lo è mai perchè tutto torna, tutto rinasce e ci sono un sacco di altre cose belle davanti.
A quel punto lei con un sorriso si è calmata un po', ma quante altre ragazze sono venute da me a dire di essere glad di avermi avuta in squadra e che non mi dimenticheranno mai!(come se il lunedì dopo non ci saremmo riviste a scuola come ogni giorno, però vabbè)


Prima dell'esibizione finale c'è stata una cosa bellissima che loro chiamano senior recognition night. Tutte le cheerleader e i giocatori di football senior venivano riconosciuti e premiati semplicemente per essere tali. Abbiamo fatto una sfilata intorno al campo scortati ognuno dai propri genitori, e mentre i fotografi ti paparazzavano e il pubblico esultava, dovevi salutare la folla. Mi sono sentita la Regina Elisabetta.

Da adesso fino a inizio Novembre non ho impegni sportivi e posso ingrassare con comodo (eheh). Per la stagione invernale però sono entrata nel team di gymnastics, team competitivo che mi ha presa come aggiunta nella squadra sperando che presto possa competere anche io in qualche attrezzo. Sarà strano ricominciare: nuovo ambiente, amiche, coach, orari, esercizi. Tutto da capo, di nuovo. Ma se non fosse così la vita sarebbe noiosa, no?

Sabato io, Erin, Ruth, Sarah, Katrina, Monica, Katrina, Nika e altra gente a caso siamo andati a Valley Scare, un parco divertimenti tipo i nostri Mirabilandia e Gardaland.

Io, Erin, Sarah e Ruth 


La cosa particolare di questo parco è che dalle 19 in poi diventa un parco horror, cioè addetti si nascondono nel parco e ti spaventano, tutto diventa buio, le haunted houses aprono e c'è fumo dappertutto. Diciamo che dalle 13 alle 19 ho riso e scherzato, e dalle 19 in poi mi mancava il fiato per urlare. Ochetta, ops.

Lunedì era il Columbus day, ma a scuola neanche l'hanno citato, come d'altronde l'11 Settembre e non capisco perchè. Ho fatto Skype con mia nonna per il suo compleanno though, il che mi ha reso davvero felice. 90 anni e non sentirli <3 
Questa settimana scolastica era veramente corta, solo lunedì, martedì e mercoledì siamo andati a scuola. Per una sconosciuta festività Minnesotiana chiamata MEA, mi sono beccata un weekend da 4 giorni. E prima cosa per festeggiare ovviamente per me qual è? FroYo Mercoledì uscita da scuola con Baillie, Priyanka e Radhika! Ti spillano 3.50 o 4 dollari a volta, ma ormai la signorina ogni volta che entro mi saluta e mi riconosce, perchè non mi interessa del prezzo: è troppo buono e ne vale davvero la pena. Credo sia l'unico cibo americano che mi piaccia, quindi ne faccio il pieno.
Io, Priyanka e Froyoamoremio
Tornata a casa ho guardato Foot Loose con la mia host sister mentre ci facevamo le unghie, ed è stato davvero solo il primo di una lunga serie di film che ho guardato in questo filmoso weekend. 
Già quel giorno dopo cena, salita in camera, presa da un momento di nostalgia, ho guardato High School Musical 1. Ah bei vecchi tempi. Vedere tutte quelle cose per cui mi gasavo (quando ero una fan ad 11 anni) e rendersi conto che sono le cose della mia vita di adesso, e che sono uguali, mi ha fatta commuvoere. Dalla palestra, alla mascotte dei Wildcats; dai banchi delle classi, alle audizioni del musical è davvero tutto così. Vivo in un film.
Altre cose invece, miti da sfatare, mi hanno fatta sorridere: sono anche io una cheerleader e non è vero che sono un'oca giuliva bionda super magra e alta con la coda. No.

Giovedì (Daddu amore tanti auguri!) dovevo andare all'1 a guardare un film da Maya con Pri, ma hanno rimandato all'ultimo momento entrambe e quindi ho chiamato Ruth, mi sono fatta venire a prendere e siamo andate nel suo quartiere a fare un po' di foto autunnali.
Ruth vive in un posto stupendo, uno di quelli tipici americani dei film con le case enormi sul lago, i prati verdissimi e i viali nel bosco.

Le foto sono venute meravigliose, e sono felicissima di aver passato un po' di quality time con lei, a raccontarci del passato del presente e del futuro con un po' più di confidenza. 
(Tornata a casa altro film, Forrest Gump, che è sempre bello riguardare)

TGIF! Programmi del giorno, in cui tra l'altro mi sono svegliata con mal di testa e raffreddore, erano parecchi, ma come al solito gli Americani danno buca all'ultimo momento quindi un po' di cose sono cambiate. Anyway.. alle 10 Maya e sua sorella mi sono passate a prendere e siamo andate a casa sua a guardare The Princess Diaries, che è un film della Disney vecchio ma bello, e lo abbiamo lasciato a metà per andare a mezzogiorno a mangiare FroYo (di nuovo, scusatemi!). Il film lo finiremo prima o poi, ed è anche una buona scusa per uscire ancora insieme.
Alle 12.30 mi sono fatta riaccompagnare di fretta perchè contavo che la mia hsister mi venisse a prendere all'1 per andare a fare qualcosa con delle zucche di halloween, ma non so perchè siamo finite per andare alle 5 al mall of America io, lei, Sarah e il suo ragazzo. Lo shopping fa sempre bene tanto, ma almeno a saperlo sarei stata di più da Maya anzichè stare 4 ore sola a casa. (Ho approfittato per fare Skype con i miei)
Seconda seduta di shopping è stata oggi, io e Ruth andiamo troppo d'accordo su forever 21 a quanto pare e ci siamo chiuse lì dentro per tipo 2 ore, anche se alla fine mi sono comprata solo un cappello perchè ieri con Sarah in quel negozio avevamo già svaligiato. Vagando ho anche trovato una bella gonna d'oro da mettermi alla mia festa di compleanno, quindi credo di essere a posto per un po' con lo shopping. O almeno spero..
Domani come al solito chiesa, pulizie e bonfire a casa di amici. 
So già che Lunedì la sveglia alle 5.30 e buttarsi fuori dal letto con 4 gradi sarà durissima, dopo tutti questi giorni di comodo mio, ma si deve fare. D'altronde sentire i miei compagni di classe dall'Italia raccontarmi del nuovo professore stronzo, del compito in classe tra pochi giorni, dell'esercizio di fisica-arabo, mi da una motivazione in più per alzarmi ed andare ad ascoltare le mie lezioni decisamente più interessanti. Così, almeno per quest'anno a scuola presto più attenzione.

Questi giorni mi sento forse per la prima volta contenta al 100% di essere qui, sono fiera di me e di tutto quello che mi sto costruendo. A casa ci sono un sacco di persone ad aspettarmi, e sentirmi dire che sono fieri di me perchè alla loro età non l'avrebbero mai saputa fare una scelta del genere, mi riempie di gioia.
A volte me lo dimentico che ho 16 anni e che non è una cosa da tutti. Mi dico smettila di piangere, mi tratto male da sola, quando la lacrima per il corridoio scappa se vedo una coppia abbracciata, o quando per la centesima volta non capisco quello che John Green dice nei video di storia.
Il problema però è quando ti fanno 1000 domande e ti dicono 'potessi esserci io al posto tuo', 'immagino quanto ti stai divertendo', . C'è altro, tanto altro, oltre all'autobus giallo, all'armadietto, al friday night, all'America 'facile' che diverte. C'è tutto il resto delle difficoltà che non vedete, perchè nessuno ve lo racconta.
Fare l'anno all'estero è incredibilmente dura. E' la prova più difficile che io abbia mai dovuto affrontare, come dice Margherita.
Parlando con i ragazzi del '98 che partiranno l'anno prossimo, mi ricordo di come mi sentivo io un anno fa. Spaventata, certo, ma felicissima. Ansiosa di partire. Piena di progetti, aspettative, e speranze. Ma probabilmente sottovalutavo la grandezza dell'esperienza. Credo, effettivamente, che noi tutti l'abbiamo fatto all'inizio. 
Che poi te lo chiedono, eh, alle selezioni. ''Dovete essere sicuri di voler partire. Non è uno scherzo, ti cambia la vita, sicuri che è questo quello che volete?'' Ma mentre lo fanno ti trovi in un ufficio pieno di poster colorati e fotografie e hai appena sentito i racconti degli studenti tornati e sono tutti felici e sorridenti e tu vuoi solamente trovarti già su quell'aereo.
Eppure.
Eppure c'è l'altra faccia della medaglia.
Eppure c'è la nostalgia, che arriva, arriva anche per chi si sente riluttante solo al pensiero di dover tornare in Italia, con i trasporti che non funzionano, la scuola che cade a pezzi, la situazione politico-economica che è quella che è, e tutto il resto. Arriva perchè passati i primi momenti, inizi a notare le differenze, ma non quelle banali, no, quelle che ti lasciano senza parole. E pensi che tutti si comportino in modo sbagliato, e non puoi mica darlo a vedere, perchè qui è normale e sei tu quella che fa le cose in modo diverso. E provi ad adattarti, ma ti mancano il cappuccino con gli amici prima di entrare a scuola ed il caffè dopo pranzo, le chiacchiere a tavola con la famiglia, la sincerità delle persone e mille altre cose. 
Eppure c'è quella sensazione di non avere una casa da nessuna parte. ''I don't belong in Belgium and that's for sure, but I still don't feel like I belong here either'' mi diceva ieri una mia amica exchange. E come biasimarla? Io in Italia non ci voglio vivere. Ma qui? Un conto è un anno, ma rimanerci per sempre, se datamente l'oppurtunità.. dovrei pensarci. Due mesi fa, prima di partire, avrei accettato senza ripensamenti. E scommetto che voi dall'Italia accettereste. Vi assicuro che quando vi trovate dall'altra parte, le cose cambiano. Eppure sto imparando ad apprezzare le piccole cose sempre di più. Sia qui, sia a casa.. casa. Dicono che non capisci l'importanza di ciò che hai finchè non lo perdi. Io dico che basta trovarsi a chilometri e chilometri di distanza.

Continuerò sempre e comunque a ripetere che questa esperienza dovrebbero farla tutti. Ma non è rose e fiori - e quando qualcuno mi dice ''Non sai quanto ti invidio, vorrei essere lì al posto tuo'' vorrei poter essere in grado di spiegare che non è facile. Ma credo che finchè non ci sei dentro personalmente, sia impossibile da capire. A ognuno la propria scelta.

Livia

sabato 11 ottobre 2014

Taking chances

You don't know about my past and I don't have a future figured out. And maybe this is goin' too fast. And maybe it's not meant to last.. But what do you say to takin' chances? What do you say to jumpin' off the edge? Never knowin' if there's solid ground below or a hand to hold or hell to pay. What do you say? What do you say?

E' iniziato un nuovo mese, Ottobre, con tantissimi programmi e cose bellissime nel sacco. L'autunno, le foglie arancioni che si specchiano nelle centinaia di laghi intorno a casa mia, un ultimo spettacolo da cheerleader, qualche cammino che possibilmente si aprirà, il mio compleanno e tante altre meraviglie.

Il mio diario di scuola mi suggerisce 5 parole per questo mese: imagination, self-discipline, accountability, self-respect e optimism. Cerco sempre di farmi ispirare da questi input lasciati lì apposta per farti pensare, agire, capire. Questo mese punterò soprattutto all'imagination, perchè l'ottimismo bene o male già me lo sono costruita e me lo porto dietro giorno dopo giorno e mattina dopo mattina, quando mi concedo 5 minuti davanti allo specchio per dirmi tutte le cose positive che ho qui.

Ottobre si è aperto con una classica giornata di scuola: sveglia alle 5.30, mezz'ora di autobus, 6 ore di scuola, due ore di cheerleading, cena e tanti compiti (giovedì avevo compito di matematica, presentazione di fashion marketing e quiz di tedesco).

Il bello come al solito arriva nel weekend. Venerdì appena uscita da scuola sono andata con Lizzy e Ruth (nel suo van stranissimo che sembra un limousine) da FroYo. L'amore puro quel posto, non c'è altro da dire. Gelato/yogurt con il mondo dentro che si paga a peso: pezzi di kik kat, granella di cocco, cannella, cioccolatini, frutta, cereali e una marea di altre cose.
Alle 3.30 mi hanno riaccompagnata a casa perchè dovevo andare al cinema con Erin, Katrina e Sam a vedere the maze runner. Uno spettacolo. Mi sembra una copiata incredibile di Divergent e degli Hunger Games, ma mi è piaciuto un sacco (ps quando esce in italia lo dovete guardare) e poi quando si cena con i pop corn ogni film è bello!

Sabato con tutta la famiglia siamo andati in Wisconsin, che è a solo un'oretta di macchina da casa. Fa già freddo da cappello, sciarpa e guanti, ma sono riuscita a non lamentarmi neanche un secondo, oh yeah. Abbiamo visitato un giardino stranissimo pieno di statue stranissime, dove potevi salire e fare quello che volevi, poi fermata in un negozietto del post per un po' di cookies e un apple pie da morirci appresso, e una lunga passeggiata lungo le Saint Crox Falls con tuuutti alberi autunnali.

Host sister, me, host mum

Domenica come al solito la passo a fare i compiti, skype con la mia famigla, pulizie varie e un'oretta in chiesa. La svolta è stata fare gli ultimi ritocchi al video che ogni anno faccio per raccontare in sintesi cosa ho fatto l'estate. Per montare un video del genere ci metto settimane, ma quest'anno ho proprio esagerato sforando al 6 Ottobre! In ogni caso ho fatto del mio meglio to get it done as soon as possible. Se lo volete guardare: https://vimeo.com/108083080
Gli ultimi minuti sono le scene di quando sono partita dall'Italia per venire qui e del ministay a New York della Wep. Non sono riuscita ad evitare di rendere il tutto molto triste, ma d'altronde così è stata e non volevo rappresentare le cose come in realtà non sono. Enjoy!

Parlando di lunedì, il lunedì è sempre una tragedia: mi sembra quasi surreale dire domani mi sveglio alle 5.30, quando in italia se mi alzavo alle 7.45 era anche troppo presto.. Poi qui il weekend dura 3 giorni il che sì è bellissimo, ma perdi in continuazione la routine, un po' quando torni dalle vacanze di natale dai. Se poi hai 6 ore di scuola, 1 grado fuori quando ti svegli, 2 ore di allenamenti di cheerleading e un articolo di giornalismo da consegnare, mi sparo volentieri <3

Con giornalismo abbiamo fatto una mini gita martedì. Eravamo solo una decina di ragazzi e siamo andati all'università di Minneapolis per una conferenza dove c'erano un sacco di lezioni diverse (sul tema giornalismo ovviamente) che potevi scegliere di seguire. Prima ora abbiamo seguito una lezione su come gestire un giornale sui social networks e seconda ora le etiche della fotografia giornalistica. A quel punto io e Katrina eravamo già stufe e siamo andate a pranzare e poi da starbucks fino all'1 quando abbiamo ripreso l'autobus. 

Mercoledì c'è stata l'eclissi di luna, ed ero emozionatissima. Credo sempre sia una cosa pazzesca quando succedono questo tipo di cose, mi sembra che il mondo stia facendo la sua magia e che noi possiamo guardarla perchè è proprio lì, nel cielo. A tutto il resto della popolazione delle Twin Cities non interessava però a quanto pare, dato che sull'autobus dormivano tutti mentre io facevo un servizio fotografico impazzendo con il flash dell'iphone. 

Giovedì mattina appena arrivata a scuola mi sono buttata per terra davanti al mio armadietto, come ogni giorno, ho acceso Skype e mi sono fatta una chiacchierata con i miei nonni aspettando che iniziasse la prima classe. Non ci avevo ancora parlato da quando sono partita, ed ero tanto preoccupata da come stessero, se gli manco, come procede e cosa pensano. Parlarci decisamente mi ha sollevata. Vedere con i miei occhi che erano sempre lì, nel solito salotto, a guardare la tv, a fare le stesse battute ormai da 10 anni, a sorridermi e dirmi che non vedono l'ora che torno, fa davvero tanto bene. Al cuore. 

Ma c'è una cosa che ieri mi ha fatto ancora più bene al cuore: una sorpresa che ho trovato tornando a casa. Un pacco grande grande davanti alla porta, con il mio nome sopra, che arrivava dall'Italia. 
Mi è sembrato come se un pezzo di famiglia mi fosse venuto a trovare, come se tutti mi fossero più vicini, sapendo che tutto quello che avrei trovato dentro veniva da loro, dalle loro mani, dal loro cuore. Mi hanno pensata, hanno fatto tutto questo per me ed è meraviglioso! Non solo tutto l'inaspettato cibo che ho trovato lì dentro (ricotte, stracchini, mozzarelle, formaggi, parmigiano, torta per il mio compleanno! anche se è tra 20 giorni) e i vestiti invernali che avevo dovuto lasciare a a casa, ma le lettere che mi hanno scritto e mi hanno fatta piangere così tanto e i regali per il mio compleanno sono stati un'emozione fortissima. Mi hanno riportato una sciarpa di seta dalla cina, un cavalletto estensibile per i selfie oh yeah, e la cosa più bella del mondo. Più inaspettata. Incredibile. 

C'era questa busta bianca rimasta lì nel pacco e sentivo che c'era qualcosa di speciale dentro, ma in un certo senso avevo l'ansia di aprirla. Il mio regalo di compleanno.. sarei rimasta delusa? sarà troppo? sarà bello? Troppe domande, come sempre. Livia e i film mentali da oscar
C'è una borsa che voglio da quando un paio di anni fa la vidi a Roma in via Condotti. Un bauletto di Gucci, che ovviamente mia mamma mi aveva fatto notare che era inappropriato per una ragazza della mia età, ed io lo sapevo. Sono andata avanti per un sacco di tempo con la convinzione che l'avrei chiesto per i miei 18 anni, quando finalmente i regali grandi si possono fare. 
E invece apro la busta ed era lì e ommioddio quanto ho pianto neanche lo so. Davvero non respiravo. Perché era la cosa più inaspettata del mondo e io so che mamma sente tanto la mia mancanza, ma non immaginavo così tanto da trattarmi come la sua super principessa a migliaia di kilometri di distanza. Non vedo l'ora di riabbracciarla. Per questo e per tutto il resto che ha fatto per me. Per tutto. 

In tutto ciò siamo arrivati ad oggi. Oggi niente scuola perchè tutti i teachers erano impegnati in qualcosa di burocratico che non ho ben capito, quindi ho potuto dormire un po' più a lungo. A mezzogiorno io e mia sorella siamo andate da Katrina ad aiutarla a preparare un paio di torte per un picnic che abbiamo organizzato con vari amici. Ci siamo incontrati tutti alle 2 al parco e siamo stati un paio d'ore ad ascoltare musica, giocare a tennis, calcio e nascondino (16 anni e non sentirli) e poi quando era troppo freddo siamo andati a casa di Sab a guardare un film in 10 sullo stesso divano. Odio i fim horror, ma nessuno capisce il disagio di una persona che ha paura e che sa che guardandone uno passerà la notte in bianco. Quindi mi sono stesa, chiuso gli occhi, cercato di non concentrarmi troppo sui suoni inquietanti del film e dopo un po' mi sono addormentata fino a quando l'host mum ci è venute a prendere.

Tra un'oretta ho l'ultimo spettacolo di cheerleading. Sono qui che cerco di scrivere il più veloce possibile mentre penso a cosa posso prepararmi per cena e cosa manca da mettere nella borsa. Sono fiera dei miei pon pon che ho stretto fortissimo mentre ballavo, della mia divisa che mi ha portata a fare qualcosa di nuovo, e di tutto quello che ho fatto da quando sono arrivata nella mia squadra. E' strano che qualcosa stia già per finire. Voglio dire, non mi sento ancora come se questa sia la mia vita. Sento che sto ancora vivendo la mia vita italiana in qualche modo. Non riesco a separarle. Essere qui mi sembra come una breve vacanza che si fa all'estero prima di rientrare, e poi sai che quando qualcosa finisce (scuola/visite/sport/whatever) si torna a casa. E invece no. Cheerleading finisce qui, ma il mio cammino è ancora lungo. Io vivo qui. Prima o poi lo realizzerò. 







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